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Marco Paparella. Il progetto e le emozioni in Tognazza…

Da Latognazza
In occasione della prima serata “A Cena da Ugo Tognazzi” dell’11 ottobre,  in cui il primo ospite speciale sarà Marcello Mastroianni abbiamo chiacchierato con Marco Paparella, attore di teatro e ideatore di questo format. Diplomato presso l’Accademia del Teatro dell’ Orologio, collabora come attore con la compagnia di Riccardo Cavallo,in spettacoli come “La Dodicesima notte” e “Sogno di una notte di mezza estate” per il Globe Theatre di Roma. Dal 2007 studia tecniche di maschera con Rocco Mortelliti, si  specializza in particole nell’uso della maschera greca della Commedia di Menandro e della maschera neutra di Jaques Lecoq. Nel 2009 è assistente alla regia del maestro Glauco Mauri per lo spettacolo “L’Inganno”. In questa stagione si dedica allo studio dei grandi attori italiani e ce li ripropone in una chiave inedita e intima.  Vediamo un po’ cosa ci racconta di questo ciclo di serate, in questa conversazione che ha come protagonista la cucina, il vino, Ugo Tognazzi e il cinema.. Come nasce il progetto “A Cena da Ugo Tognazzi”? “Lasciatemi dire subito che, per me, questo progetto non è un recupero di un passato ormai lontano. Non è un’operazione nostalgica. Quanto piuttosto un modo per entrare in un mondo magico, di cui oggi abbiamo un gran bisogno. E’ un modo per accorgerci quanto certe  storie ci siano vicine, e ci aiutino a sorridere, a sognare e , perché no, anche a riflettere. Ecco questo progetto, per me è tutto questo, un modo per recuperare la magia”. In questo format sono protagonisti i grandi del cinema italiano, Mastroianni, Vitti e Gassman per cominciare, come ti sei avvicinato a loro? Per mia indole, da sempre sono stato affascinato dallo sbirciare dietro i personaggi che vedevo sullo schermo. “Conoscerli” personalmente. Vedere  l’uomo (o la donna) che ci regala questo o quell’altro personaggio. Intuire, o solo immaginare come e perché quell’ attore è arrivato a vestire queoi panni, conoscere le sue manie, i suoi pensieri. Quindi l’ incontro con La Tognazza mi ha “solo” permesso di condividere con più persone questa curiosità. E’ un po’ come se invitassi gli spettatori a sbirciare insieme a me da una porta socchiusa, in un momento in cui gli attori hanno posato le loro maschere. E penso che poterlo fare mangiando un piatto ideato da Ugo e sorseggiando un ottimo bicchiere di vino delle sue vigne… bhè..cosa chiedere  di più!?         Chi è per te Ugo Tognazzi? Non devo essere io a dire quanto era grande Ugo Tognazzi. Un vero “mostro”, specialmente per un giovane attore pieno di speranze, che studia tutti i suoi film per cercare di rubare un’ intenzione, uno sguardo, un tono, un movimento. Però non dimenticherò mai una sera in cui vidi per la prima volta “Signore e signori, buonanotte!”, un tripudio di cinema italiano, un incontro tra registi, sceneggiatori e attori semplicemente divini.  In questo film, ad episodi, ce n è uno, la rubrica “Il personaggio del giorno”, dedicata a un povero pensionato, che dopo aver dimostrato di saper vivere bene con 32.000 lire il mese piange a sentir nominare il “filetto”. Ovviamente interpretato da Ugo. Ebbene, la capacità tutta “tognazzesca” di provocarti una lacrima, l’indignazione ed un sorriso, avendo a disposizione solo la battuta: “il filetto”.. Ecco, ora ci manca ancora di più. Ed è stata una sorpresa ancora più grande quando, per preparare la serata in Tognazza, mi sono imbattuto per la prima volta nei suoi scritti. Ebbene, la sua scrittura era impeccabile, i racconti si recitavano da soli. Una narrativa immediata, ma mai banale. Ricercata. Non mi aspettavo che le sue doti da scrittore potessero eguagliare quelle da attore. Raccontaci la tua prima volta in Tognazza… Due sensazioni. Entrando per la prima volta in Tognazza in un tardo pomeriggio di giugno con l’aria fresca di Velletri ho sentito un profumo a me ben noto: l’odore tipico della cucina di mia nonna, quando impastava la farina e cucinava ( e cucina ancora) i suoi pranzi. Sono tornato indietro nel tempo a quand’ero bambino. Forse sembrerò retorico, ma è stata una sensazione alla Proust (o oltre che retorico apparirò anche fanatico!) La seconda è stata alla fine della serata dedicata a Ugo tognazzi. La sala si era svuotata ed io mi sono attardato qualche minuto all’ interno. E mi sono soffermato a riflettere sul fatto di aver letto le parole dello stesso Ugo proprio lì dove personaggi fantastici e speciali avevano condiviso ore magiche. E la cosa mi ha emozionato non poco. Abbiamo scoperto che sei un amante di vini, quale vino della Tognazza Amata preferisci? Bhè sì, mi considero un grande amante del vino. Diciamo che il mio approccio è profano e molto empirico. Nel senso che non ho la “tecnica” del sommelier, ma mi dedico con sufficiente assiduità agli assaggi. Amo molto il Conte Mascetti, mi piace non solo odorarlo e berlo, ma anche vederlo. Ha un colore molto invitante, particolare. Il mio preferito resta, però, l’ Antani. Profumato, non eccessivamente dolce, per essere un Syrah. Si, decisamente il mio preferito. Ma sempre pronto a cambiare idea davanti ad un bel bicchiere, specialmente se sorseggiato a casa di Ugo! A questo punto non resta che darvi appuntamento con Marco Paparella per sabato 11 ottobre alla scoperta di Marcello Mastroianni, bevendo Conte Mascetti e assaggiando la cucina di Ugo. Per info e prenotazioni: [email protected] -  Tel. 06 9625352

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