Magazine Cucina

Marco Polo 1 - A scuola, finalmente

Da Euge
Non è ancora a pieno regime ma è passato abbastanza tempo per scrivere quattro idee e impressioni.
Sono seduto vicino a una finestra, il muro mi protegge un po', e guardo il quartiere di Sturla e in lontananza il ponente della Liguria, dove tramonta il sole (eh sì, io faccio la scuola serale). Mi sono portato la mia attrezzatura fotografica perchè speravo, fra un'ora e l'altra, di trovare un attimo per immortalare questi rossi tramonti, pare d'essere ancora d'estate, e il silenzio perfetto dell'aula combacia con il silenzio della sera, e, anche se sei felice, ti sale un po' di malinconia, come l'Amica di Nonna Speranza, andatevelo a rileggere qui, è molto più carino di come ve lo ricordate   
L'Amica di Nonna Speranza
è la stessa malinconia, mista di piacere e di incertezza del futuro.
Ovviamente non ho avuto il coraggio di chiedere il permesso di fare una foto, e farla di straforo mi sembrava un'ottima mossa per dare una cattiva impressione.
Ma non temete, care/i Lettrici/ori, arriverà anche la foto, specie per chi non è genovese e non riesce proprio a immaginarsela.
Comunque la scuola è incominciata, fra una serie di piccole difficoltà, tutte risolte una dopo l'altra.
Il Preside ha fatto un pistolotto iniziale in cui si è raccomandato alcune cose che, dice Lui, non dovrebbero neanche dirsi a "noi grandi", capelli corti, niente piercing, la barba perfettamente rasata (ohimè!) niente trucco pesante, non si fuma, non si telefona. Devo dire che mi sento più giovane, e mi piace parecchio.
E i miei compagni? Siamo in ben ventisei e io, manco a farlo apposta, sono il decano, ah ah. Non mi sono ancora svelato, perchè sono un timido e ho bisogno di un po' di tempo di "rodaggio" ma so bene che, quando sarà il momento di entrare in cucina, in un attimo si sarà tutti amici, e solidali.
Oltre ad alcune Madri di famiglia, che immagino appassionate quanto me, ci sono due o tre giovinotti italiani e poi la stragrande maggioranza è composta da ragazze e ragazzi di lingua spagnola, perchè sono per lo più sudamericani. Sono carini da morire, e ti suscitano tutti grande tenerezza, anche perchè, e questo un po' mi ha stupito, hanno l'aria di voler davvero imparare qualcosa, e si impegnano. Quando io andavo a scuola, circa un terzo di secolo fa, passavo le giornate a chiaccherare, se ero lì, altrimenti ero al biliardo........
Sono più o meno tutti ragazzi che lavorano o lavoricchiano già, arrivano già stanchi alle sei di una giornata passata dietro un bancone o una cucina, e sperano in cuor loro che questa scuola gli dia la possibilità di migliorare un poco le loro faticose vite. Auguri, ragazzi, con tutto il mio cuore. E, giorno dopo giorno, dato che a me piace raccontare le persone, vi studierò, cercherò di capirvi e, come mi sarà possibile, di esservi vicino.
La scuola ha poi anche aspetti comico-grotteschi che meritano di essere citati.
Qualcuno dei miei lettori mi conosce di persona, per cui riderà di gusto.
Iersera ho scoperto che, per mettere anche solo un piede in Laboratorio (vulgo: cucina) ci vuole la divisa perfetta, come la vogliono loro, che c'è voluta una buona mezzora a sviscerare questa divisa in ogni suo più minuto dettaglio. E vabbè, me la compero, ci mancherebbe, del resto questa Scuola insegna la cucina "professionale" e la divisa ci potrà ben stare (sempre che abbiano la mia misura).
Stasera, con terrore misto a singulti di riso represso,  ho scoperto che, dato che c'è un insegnamento (di indirizzo, e quindi importante) di sala/bar, mi dovrò comperare la divisa da cameriere. Non credo che riuscirò a trattenermi dal farmela semplicemente addosso dal ridere quando me la vedrò addosso, sarò troppo buffo, pantaloni neri, scarpe nere, calze nere, cintura nera (I Dan?)...............mi verrebbe voglia di mettere la foto qui ma non ne avrò il coraggio: solo per pochi intimi.
Per stasera finisco le trasmissioni, spero che qualcuno abbia avuto la solidarietà di prepararsi quello che ho postato e mangiato oggi......
Buonanotte

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