Magazine

Marco Polo…e l’Asia Centrale.

Creato il 10 febbraio 2012 da Gianpaolotorres

Marco Polo…e l’Asia Centrale.

L’Asia Centrale.

Ieri leggendomi due righe di un signore che rispetto,notavo come citava di come in anni elettorali ci sia molta disinformazione proveniente dai paesi che abbiano interesse di far rieleggere colui che è già al comando.Ovvero che non sono i periodi migliori per avere notizie obbiettive. Si sa solo quello che conviene a qualcheduno.

Per intanto ci sono due elezioni molto importanti,o forse tre,in Russia,in Francia e negli Stati Uniti.

Dell’Europa unita o meno ci sarebbe molto da aggiungere come anche da togliere,sembra quasi sia divenuta il centro dell’universo e non è così.

Abbiamo forse non dietro l’angolo delle realtà che non fanno notizia,ma che dovrebbero dare da pensare.

Il mondo occidentale è scatenato sulla tecnica OGM in agricoltura per produrre di più,quando leggi poi, dando una scorsa in giro di quello che succede nel Kazakistan che ospita il 20% delle terre coltivate dell’ex URSS.

Gran parte del nord fu trasformato in un unico campo di frumento dal programma delle Terre Vergini negli anni cinquanta. Nonostante lo scarso successo, il Kazakistan continua a coltivare un’incredibile quantità di frumento, pari a un terzo della produzione totale dell’ex URSS. Nelle aree coltivate del sud crescono frutta, ortaggi, tabacco, riso, canapa e cotone. Le aree più asciutte vengono usate per il pascolo stagionale di pecore, mucche, cavalli e cammelli.

Dopo la disgregazione dell’URSS, il Kazakistan ha dovuto affrontare tutti i problemi che hanno colpito le repubbliche ex sovietiche: crollo dei sistemi di commercio e di distribuzione, inflazione senza controllo, mancanza di fondi per rinnovare gli impianti, esaurimento dei sussidi statali e crollo della produzione.

Nel 1993 un terzo di un eccezionale raccolto di frumento andò perso a causa degli inadeguati metodi di mietitura, della mancanza di magazzini e dell’insufficienza dei trasporti.(wikipedia)

Questo la dice lunga su come la parola solidarietà funzioni nel mondo.

Di là ci son terre abitate da nessuno,un paese grande 7-8  volte l’Italia con 16milioni di abitanti dove l’unico interesse internazionale è indirizzato a cercar petrolio ed idrocarburi,quando ci sarebbe con un poco di volontà da sfamare non si sa quanti milioni di persone e nel frattempo quanto inutilizzato del raccolto, lo lasciano marcire nei campi.

Insomma,cosa sia servito avere un viaggiatore come Marco Polo,non si capisce.

Marco Polo…e l’Asia Centrale.

+

E’ chiaro che gli egoismi limitati della nostra piccola Europa si riversino su soldi,sui cambi di governo,sussidi,botte per le strade,scioperi,debiti,crediti,nuovi paesi che vogliano contare sullo scacchiere internazionale,fors’ anche con solo seicentomila abitanti e senza una lira,ma fa lo stesso,quando si potrebbero organizzare carovane ed andare a negoziare con paesi lontani che lo son poi molto meno di quello da supporre.

Infatti la tivu come internet ormai portano le notizie e gli stili di vita dappertutto,e soprattutto in paesi arretrati nel modo di pensare,ma non forse in quello di vivere,pensate che bello sarebbe di vedere delle cooperative agricole in funzione,montate con personale e materiali portati dall’Europa.

Certo che da solo non ci andrei,ma in compagnia risiedendo forse in un fortino ben protetto ..perché no?

Li vedete i nostri agricoltori su di un trattore corazzato a prova di proiettili o scortati dai soldati mentre lavorano nei campi kazaki?

Abbiamo colonizzato il West,e ci siamo dimenticati di una parte dell’Asia dove,trascura pure le ricchezze minerarie e quanto altro,che ci pensano già gli addetti ai lavori,l’agricoltura è tutta ancora da sviluppare anche con i criteri tradizionali che tanto piacciono agli europei.

La Turchia che poteva aprirci la porta dell’Asia Centrale l’abbiamo rifiutata,ed invece abbiamo preso in cambio solo dei poveracci che vivono sui debiti.

Questa è la solita lungimiranza europea,quella di essere nominati..uomo o donna dell’anno…e circondarsi di vassalli.

E diamogli anche un premio Nobel,perché no?

+


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog