Marco Vitale: emergenza Costituzione e identità europea

Creato il 12 novembre 2013 da Libera E Forte @liberaeforte

W la Costituzione: per un’Europa dei diritti”. È questo il titolo dell’incontro che si è svolto il 12 novembre al Teatro Argentina di Roma. L’incontro, organizzato dalla compagnia de “Il ratto d’Europa” insieme con il circolo romano “Libertà e giustizia”, era incentrato sull’identità europea e sui valori fondanti delle Costituzioni.

Nel suo intervento conclusivo, l’economista Marco Vitale ha voluto fare un parallelismo tra la Costituzione italiana e quella tedesca, ricordando come siano nate entrambe dalla stessa ansia di libertà e dalla solidarietà. Vitale ha citato il primo discorso pubblico del dopoguerra di Adenauer nell’aprile del 1946: “Siamo prima persone, cittadini europei e poi tedeschi”, affermando che la ricostruzione democratica si è basata su due pilastri: dignità della persona e libertà.

A proposito di dignità, l’articolo 1 della Costituzione tedesca recita: “La dignità della persona è inviolabile, rispettarla e proteggerla è dovere di ogni dovere statuale”. Fattore di non poco conto, questo articolo gode della garanzia dell’eternità: “non si può cambiare a colpi di voto”, ma solo se cade la Costituzione; “fino a che c’è questa Costituzione questi principi non si toccano” ha puntualizzato Vitale.

Riguardo al concetto di libertà, il professore ha richiamato la visione di Don Luigi Sturzo secondo cui la libertà non può essere parziale ma solo globale, e questa globalità include tutte le libertà: quella di pensiero, di parola e anche del “fare”, nel senso di intraprendere; citando l’art. 41 della Costituzione italiana: “L’iniziativa economica è libera, ma essa non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale”, Vitale si è scagliato contro i “talebani del liberismo”, affermando che questo principio è alla base del pensiero democratico occidentale da Aristotele in poi: la proprietà deve essere privata ma comune nell’uso, e abituare a questa mentalità è compito del legislatore.

Le riflessioni conclusive sono state dedicate alla situazione di emergenza in cui versa la nostra Costituzione, che non solo non è attuata ma è “sotto attacco”, una “Costituzione morente” che bisogna salvaguardare con ogni mezzo possibile. Alcuni esempi: l’art. 34 che sancisce il diritto allo studio per i meritevoli senza mezzi non può essere messo in discussione. L’art. 9 sulla tutela della cultura e dei beni culturali viene violato quotidianamente. Il lavoro non è più il valore fondante come recita l’art. 1, ma al centro adesso si trova il guadagno.

Che fare? Concordiamo con la considerazione che per trovare una soluzione alla crisi causata da “trent’anni di economia criminaloide” bisogna tornare al “liberismo serio” di Einaudi e di Sturzo. Il professor Vitale ha rivolto infine un appello ai giovani che con l’aiuto dei “vecchi” più responsabili “devono alzare una diga contro questa degenerazione … La nostra Costituzione contiene il meglio del passato e i semi del nostro futuro”.

Se i nostri politici che orbitano come satelliti impazziti intorno alla sfera del “Centro” avessero una vera cultura popolare, questi discorsi – e magari qualche presa di posizione – li sentiremmo fare anche da loro. Sembra però che i primi a dimenticare i capisaldi su cui si basa la nostra Costituzione e i valori democratici europei siano proprio loro.

Marco Cecchini


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