Mare 2013: ecco le meduse più diffuse (ma non sempre pericolose)
Creato il 01 luglio 2013 da Gianluca1
E' andata male soprattutto a un tredicenne ricoverato al pronto soccorso per le numerose "scottature" di medusa, ma sono state decine le persone che hanno dovuto sottoporsi a cure, in seguito all'eccezionale proliferazione di celenterati avvenuta negli ultimi giorni all'Isola d'Elba, in corrispondenza dalla spiaggia delle Ghiaie. Ora la situazione è sotto controllo, le correnti hanno "spedito" al largo le meduse, tuttavia permane una certa apprensione, non solo fra chi sta facendo vacanza lungo la costa tirrenica. Molte località italiane sono, infatti, interessate da fenomeni analoghi, dove ogni anno le meduse sembrano aumentare sempre di più; a banchi si sono già presentate in Sicilia e in Puglia. Un luogo comune asserisce che sia indice di un mare pulito e "sano", ma molti scienziati nicchiano. La verità è che le meduse seguono un andamento biologico "ciclico" (che passa, cioè, attraverso vari stadi di sviluppo), tale per cui la loro sovrabbondanza nei mari dovrebbe essere periodica, e non costante come si sta verificando negli ultimi tempi (in particolare dal 2003 a oggi). Che succede? Secondo i ricercatori stiamo assistendo a due processi che agendo in concomitanza determinano ovunque un incremento di cnidari: la tropicalizzazione delle acque e il drammatico calo della fauna ittica. Il caldo attira nuove specie di celenterati dal Mar Rosso e dall'Atlantico, mentre la pesca forsennata sta spopolando il Mediterraneo dei predatori naturali delle meduse. Gli esperti parlano di "crocevia biologico" indicando i nostri mari come il punto ideale di convergenza di numerose specie in transito verso habitat ritenuti più idonei alla loro sopravvivenza; negli ultimi venti anni, su cento nuove specie marine introdotte, novantotto sono tropicali, e fra queste spiccano anche varie meduse. E avanzano, dunque, funeree previsioni sul destino della biodiversità locale, parlando senza mezzi termini di "desertificazione" dei mari: secondo gli scienziati dell'Unione Intenzionale per la Conservazione della Natura (ICUN), quarantatre specie di pesci sono a rischio di estinzione per via della pesca eccessiva, ma anche dell'inquinamento, e molte di esse si nutrono proprio di animali planctonici come le meduse. La conseguenza è inevitabile: mare pulito o meno, i celenterati crescono sempre di più, interferendo gravemente con la catena alimentare e arrecando sempre più danni a chi ama trascorrere le ferie al mare. Oggi esistono "ricette" vecchie e nuove per tenere a bada le "punture" di medusa, tuttavia è bene scorgere al più presto l'eventuale insorgenza di difficoltà respiratorie, pallore e disorientamento, sintomi che dovrebbero indurre a sospettare uno shock anafilattico, potenzialmente letale. Esistono peraltro servizi online che offrono la possibilità di controllare in tempo reale lo stato delle nostre acque, per capire dove le meduse risultano particolarmente aggressive e come correre ai ripari in caso di contatto con un animale. Si basa sull'azione di un software che consente a chiunque di segnalare la presenza di cnidari nelle varie località turistiche del Belpaese e, dunque, a ogni bagnante di valutare il rischio di spiacevoli incontri. Al momento sono state riconosciute con certezza undici specie (molte, invece, quelle non ancora passate al vaglio dei biologi), distribuite in modo irregolare lungo tutto lo Stivale. Ecco quali sono le loro caratteristiche e i litorali che le ospitano:
PELAGIA NOCTILUCA
Diffusa in gran parte dei mari italiani, può formare banchi estesi in grado di colonizzare i litorali per mesi. Colore violetto del corpo, è stata censita a Melendugno (LE), Gallipoli (LE), Maruggio (TA), Messina (ME), Porto Empedocle (AG), Palmi (RC), Tropea (VV), Napoli( NA).
AEQUOREA FORSKALEA
Pressoché innocua per l'uomo, raggiunge i dieci centimetri di diametro ed è caratterizzata da tipici canali radiali che disegnano l'ombrello dal centro ai margini. E' stata individuata a Viareggio (LU) e Margherita di Savoia (BT).
PHYSALIA PHISALIS
Non è una vera medusa ma una colonia di forme polipoidi. Nel 2012 alcuni bagnanti sono finiti all'ospedale a causa di una sua "puntura". Si riscontra raramente e può presentare tentacoli lunghi venti metri. Per ora è stata individuata a Maiori (SA).
MARIVAGIA STELLATA
Specie poco urticante identificata lungo le spiagge del ferrarese. E' comparsa nel Mediterraneo nel 2010, provenendo dal Mar Rosso. Presenta macchie rossastre a forma di stella sull'ombrello.
CHRYSAORA HYSOSCELLA
Urticante, viene spesso scambiata per la Pelagia noctiluca. E' contrassegnata dalla tipica faccia superiore dell'ombrello, con sedici bande a V. E' stata notata a Salve (LE), Favignana (TP) e Sabaudia (LT).
AURELIA AURITA
Individuata a Sestri Levante (GE), Alessio (SA), Comacchio (FE), Riccione (RN), è dotata di un veleno parzialmente urticante per l'uomo, e di un ombrello che può raggiungere i quaranta centimetri. In Cina viene consumata a pranzo.
CARYBDE MARSUPIALIS
Riscontrata a Cavallino-Treporti (VE), si presenta con un ombrello cubico di pochi centimetri. Non possiede un veleno mortale: le sue punture dolgono, ma gli effetti tossici sono brevi. Conquistano le rive soprattutto durante le ore notturne.
CATOSYLUS TAGI
Color bianco/azzurro, poco urticante, si sospetta che provenga dall'Atlantico: è molto abbondante lungo le coste del Portogallo. In Cina e in Giappone è considerata commestibile. In Italia, quest'anno, è stata adocchiata a Castellamare di Stabia (NA) e a Diano Marina (IM).
RHOPILEMA NOMADICA
Può raggiungere i sessanta centimetri di diametro e provocare dolorose punture. E' stata rinvenuta nei mari di Numana (AN), Viareggio (LU) e Margherita di Savoia (BT). Prima degli anni Sessanta era pressoché inesistente nei nostri mari. Proviene, si pensa, dalle regioni indo pacifiche.
COTYLORHIZA TUBERCOLATA
Specie endemica, fra le più belle meduse del Mediterraneo. Ha un ombrello molto rigido, con sfumature rosse e gialle. Spesso simbiotica con alcune alghe, non desta problemi all'uomo. E' stata avvistata a Scalea (CS) e a Torre del Greco (NA).
RHIZOSTOMA PULMO
E' la medusa più grande del Mediterraneo, arrivando a pesare fino a dieci chili. Di colore bianco, con un orlo blu lungo il margine dell'ombrello, ha la forma di un cavolfiore. E' stata riscontrata a Lignano Sabbiadoro (UD) e Rodi Garganico (FG).
(Pubblicato in prima pagina su Il Giornale, il 26 giugno 2013)
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