Homo homini lupus. In un passato ormai remoto le persone dirimevano le questioni con la violenza. Poi è arrivato il denaro. E com’è andata a finire? Che nulla è cambiato: che i più forti (i ricchi) sono quelli che hanno più probabilità di sopravvivere.
Questo è ciò che ci insegna Margin Call, buona cronaca delle 24 ore che precedono il recente e catastrofico crollo della borsa di Wall Street. Tutto parte quando il capo dell’Ufficio Controllo Rischi di una banca d’investimenti viene licenziato su due piedi e, di conseguenza, obbligato a lasciare l’edificio. Prima di uscire egli riesce però a lasciare una chiavetta usb con una ricerca incompleta a un giovane collega, il quale scoprirà la sera stessa che il crollo del sistema è molto più vicino di quanto si possa immaginare.
Da questo momento il film si trasforma in una lunga girandola di riunioni di vertice in cui cominciano a “cadere teste” (di dipendenti e di manager utilizzati come capri espiatori) oltre a cercare soluzioni. Come andrà a finire lo sappiamo tutti: la società d’investimenti si libererà dei prodotti nocivi in fretta e furia mettendo in seria difficoltà i mercati e i risparmiatori.
Voto: 7 su 10
(Film visionato il 19 maggio 2012)