Magazine Cinema
uscita italiana: 18 maggio 2012 voto su C.C.
Margin Call sbarca nelle sale italiane con tempismo sardonico, proprio nella settimana in cui un presunto “squalo” del colosso finanziario Jp Morgan ammette di aver bruciato miliardi di dollari con qualche scommessa troppo azzardata. Il film ci trasporta nell'interminabile notte del 2008 in cui un gruppo di colletti bianchi (Kevin Spacey, Paul Bettany, Zachary Quinto, Penn Badgley) si rese conto di quanto il giochino dorato che avevano piegato a loro piacimento durante gli ultimi decenni fosse vicino a collassare; è un giovane ingegnere aerospaziale (passato alla finanza perché pecunia non olet) a scoprire con qualche ora di calcoli le magagne nascoste dietro il barocco algoritmo che sembra reggere i destini dell'intero sistema borsistico: per sopravvivere sarà necessario liquidare tutto il patrimonio della compagnia, non importa quali conseguenze questo abbia sul mercato. Si salvi chi può.
J.C. Chandor, all'esordio da regista-sceneggiatore, affronta la vicenda con piglio che ce lo farebbe immaginare specialista in thriller: l'oscuro MacGuffin fonte di preoccupazione per tutti questi ingellati milionari resta infatti tale per buona parte del film, avvolto nella misteriosa nube di numeri e paroloni che solo un “bocconiano” potrebbe diradare. Persino i protagonisti del film, sempre pronti a scaricare il problema verso un gradino più in alto della loro piramide, spesso mendicano una spiegazione “in parole povere” circa la natura del problema, di quelle che anche un bambino o un cane potrebbero comprendere – non passi inosservata la nota di sarcasmo, che serpeggia clandestina durante tutta la narrazione. Pur trattandosi di una catastrofe “virtuale” (agli occhi di noi ignari cosa c'è di meno radicato nella realtà quotidiana del mercato azionario), l'imprevisto disastro incombe sui personaggi con inatteso pathos: Chandor riesce brillantemente a trarre da un argomento all'apparenza noioso linfa vitale per uno sviluppo quasi d'azione, lasciando al suo ottimo cast – in cui agli affermati nomi hollywoodiani (c'è spazio anche per Stanley Tucci, Jeremy Irons e Demi Moore) sono affiancati un paio di volti nuovi pescati dai serial tv – l'arduo compito di rendere degni d'empatia individui nei confronti dei quali non manca un implacabile giudizio morale. Indipendente nelle idee più che nei mezzi, Margin Call si dimostra all'altezza delle più apprezzate produzioni americane sul tema. Attuale.
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