E’ notizia di oggi che Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le cause dei Santi a promulgare il decreto che riconosce il miracolo attribuito all’intercessione di Maria Cristina di Savoia, regina delle Due Sicilie, moglie di Ferdinando II di Borbone,
Il primo passo verso la beatificazione.
Era di sentimenti religiosissimi ed estremamente devota.Cattolica fervente,Maria Cristina morì non ancora ventiquattrenne per i postumi del parto, nel dare alla luce l’unico figlio Francesco, che sarebbe salito al trono e che sarebbe stato l’ultimo re del regno delle Due Sicilie.
Per ironia della sorte, fu proprio un Savoia a sottrargli trono e regno.
Il 20 Agosto del 2012, così scriveva l’Avvenire (ecco un estratto):
La venerabile Maria Cristina di Savoia, regina oscurata dalla ragion di Stato.
Vogliamo cominciare, magari per scherzo, a tirare le fila e le somme del celebratissimo centocinquantenario dell’Unità d’Italia? Di retorica se n’è fatta molta; di ricerche storiche serie, forse, un po’ meno: ma questa è in casi del genere più la regola che l’eccezione. Quel ch’è stato triste, soprattutto, è l’aver perso un’occasione. L’Italietta uscita dall’Unità non riuscì a dominare la situazione ch’essa stessa aveva determinato: avrebbe dovuto procedere a una grande riforma agraria e invece provocò una valanga di quasi quindici milioni di emigranti; varò una scellerata politica coloniale fatta di sconfitte, di false partenze e di frustrazioni; fu causa non ultima, con la spedizione in Tripolitania e in Cirenaica, che si ripercosse sulla stabilità balcanica, della Prima guerra mondiale; frustrata per una falsa vittoria, produsse il prototipo delle grandi dittature del Novecento e generò la Seconda guerra mondiale; provò a ripartire, e i frutti furono gli Anni di piombo, la Seconda Repubblica che non si sa se è mai cominciata o già finita e la crisi attuale. Non sarebbe stato il caso di chiedersi serenamente che cosa non ha funzionato o che senso aveva avuto il passare dall’alleanza francese a quella inglese e quindi a quella tedesca, salvo poi il voltafaccia del 1915? Invece, il conformismo e la dissimulazione hanno vinto. Va tutto bene, bandiere al vento e patriottico zumpapà.
Ed ancora:
Contrariamente a quanto in seguito si disse, soprattutto quando montò la leggenda nera contro Ferdinando, l’unione fu nel complesso piuttosto felice.
Certo, il carattere dei due era diverso: timida e riservata lei, esuberante e vitale lui; ma in un certo senso si completavano a vicenda. Grazie alla sua influenza, il re incrementò il suo impegno nella direzione delle opere di carità. Tranne i “liberali” più estremisti, il consenso e la simpatia nei confronti della giovane regina erano unanimi; ma gli scontenti l’accusavano di essere bigotta, superstiziosa, soggetta al controllo dei gesuiti, strumento della reazione clericale e monarchica in quanto pegno dell’alleanza tra Savoia, Borboni e Asburgo (sua sorella maggiore, Maria Anna, era andata sposa all’imperatore Ferdinando I d’Austria). Dopo tre anni di matrimonio, la mancanza di un figlio faceva soffrire Maria Cristina, che pregava senza posa per ottenere quella grazia. Finalmente, nel 1835, avvertì il sorgere della gravidanza. Passò gli ultimi mesi nella reggia di Portici ch’era luogo più sereno di Napoli: ma forse presagiva qualcosa. All’avvicinarsi del parto scriveva alla sorella: «Questa vecchia va a Napoli per partorire e morire». Purtroppo era vero: infatti l’erede al trono nacque il 16 gennaio e già il 29 Maria Cristina era morente per complicazioni sopravvenute dopo il parto. Prendendo in braccio il tanto atteso piccolo Francesco (futuro Francesco II) e porgendolo al re suo marito, disse: «Tu ne risponderai a Dio e al popolo… e quando sarà grande gli dirai che io muoio per lui». Il 31 gennaio 1836 in piena comunione con Dio, la sovrana si addormentò per sempre. I solenni funerali furono celebrati l’8 febbraio e il suo corpo fu tumulato nella basilica di Santa Chiara. Il dolore del re per la morte della sposa fu vivissimo e del tutto sincero.
La fama di pietas di Maria Cristina si consolidò nei decenni successivi: nota era, fra l’altro, la sua devozione alla Vergine Maria. Fu istruito un processo di canonizzazione: e sembra che tra i documenti vaticani raccolti per la circostanza vi siano anche tracce di qualche probabile miracolo. Ma, dopo l’Unità d’Italia, le circostanze politiche e le pressioni anticlericali non favorivano certo l’elevazione sugli altari di una regina. per giunta borbonica. Più tardi, nel 1937, Pio XI ne dichiarò eroico l’esercizio delle virtù cristiane autorizzandone il culto come “venerabile”. Poi tutto si fermò. (L’articolo completo http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/la-regina-oscurata-dalla-ragion-di-stato.aspx)
Fino ad oggi.