Raggiungere un SII (Servizio idrico integrato), essendo un insieme di funzioni, è certamente complesso. Tanto più che le competenze e livelli di intervento di Provincia, Ufficio d’ambito, ARPA non sempre sono fra loro integrati, per svariati motivi. Aggiungiamo l’amministrare “a mandato” di tanti Sindaci, che si adeguano alla normativa entro il termine più tardi possibile, a volte perché le risorse sono poche ma nonostante questo scelgono di investire in altre opere ingiustificate o inutili, altre volte perché sperano nell’ennesima proroga, ma di fatto senza avere una pianificazione e visione d’insieme e di medio lungo termine. Il piano d’ambito approvato è la raccolta dei desiderata, quindi rappresenta uno spreco di denaro pubblico. Nei Comuni tutte le aree cementificate senza un bisogno vero, già urbanizzate, costano! e costano pure di manutenzione. E le indagini e rilievi fognari sono onerosi pure quelli, ma indispensabili per ottenere il rinnovo delle autorizzazioni a scaricare le acque. E quei depuratori che non funzionano? Sono mai state approfondite le ragioni o inviate contestazioni ai progettisti? Perché di fatto quelli, non funzionanti oggi, già una volta sono stati pagati dai cittadini. E senza aspettare il nuovo piano d’ambito, già oggi le tariffe che paghiamo non sono calcolate in base ai consumi: chi consuma di più paga meno. Credo sia inaccettabile! E’ il momento di ripensare all’acqua come risorsa della vita, investendo nella conservazione (ad esempio tecniche di irrigazione a basso consumo idrico o nel recupero per gli orti) e nella riduzione dell’uso e degli sprechi. Come si dice “think globally, act locally”.
Maria Grazia Bonfante
Vescovato, capogruppo d’opposizione,
lista Vescovato Insieme Si Cambia