MILANO – Lo hanno chiamato “Le donne in televisione” ed è il dibattito avvenuto nella sede del Corriere della Sera a Milano alla presenza del direttore generale della Rai Luigi Gubitosi, del direttore generale informazione di Mediaset Mauro Crippa, dell’a.d. di Sky Italia Andrea Zappia, dell’ex presidente di La7 Giovanni Stella sollecitati dal direttore di “A” Maria Latella, che non ha esitato a lanciare la proposta: istituire elenchi “rosa” di esperti da chiamare nelle trasmissioni tv e radio per fornire commenti su fatti specifici, sulla falsa riga di quanto fatto recentemente in Francia.
Il fulcro del dibattito era capire se la donna che appare in televisione sia effettivamente la donna “reale”, quella che poi affronta la vita tutti i giorni.
“Di donne in gamba ce ne sono tante ma hanno poco spazio. La nostra idea è quella di creare delle liste di esperte da chiamare per commentare e approfondire gli argomenti più svariati in tv e radio, come hanno fatto in Francia”, ha dichiarato Latella.
E proprio per valorizzare il ruolo della donna nella società, il periodico “A” lancerà il prossimo 14 febbraio una nuova campagna “A4women”, che segue “A4job” e quella a sostegno della meritocrazia contro le donne “senza talento”.
Latella spiega che “Fra gli obiettivi di questa campagna, quello di misurare quante volte donne che occupano posizioni di vertice vengono chiamate per fornire opinioni e commenti durante le trasmissioni tv”.
In generale, parlando del ruolo della donna in tv, il dg della Rai Gubitosi ha sottolineato lo sforzo della Rai per “dare una percezione della donna più contemporanea e impegnata”, citando come esempio il personaggio femminile di una prossima fiction che interpreta il ruolo di un sindaco donna della Locride che combatte la ‘Ndrangheta.
Tuttavia resta fondamentale il rapporto che vi è nei programmi tra qualità e obiettivi economici delle aziende (per esempio l’alto share che si può ottenere con donne in abiti succinti): “Bisogna trovare un equilibrio tra gli obiettivi economici e la qualità delle trasmissioni anche se io sono contrario a rimettere i mutandoni come nella Rai degli anni ‘60″, ha affermato Crippa.
Stella ha invece asserito: “Forse sarò cinico ma il ruolo in tv delle donne deve misurarsi con i risultati economici della televisione. I pubblicitari comincino a premiare i programmi di qualità”.