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Mariangela Traficante: «vi racconto la magia dello storytelling»

Creato il 08 ottobre 2013 da Assugoodnews @assunta73

mariangla
Sono alcuni mesi che chiedo a Mariangela di fare un salto da queste parti. Oggi sono felicissima di darle il benvenuto sul mio divano virtuale. Io e lei ci vediamo per motivi professionali legati al mondo del turismo e per incontri easy tra blogger ma volevo portasse il suo stile anche da queste parti. E ha deciso di farlo con un post molto utile e stimolante in cui ci racconta i segreti dello storytelling. Si parla di immaginazione, comunicazione e ritorno allo stato fanciullesco. A me piace tanto!


Quando non scrivo di turismo in senso stretto mi piace parlare di libri e della forza straordinaria che hanno a farci viaggiare, anche prima di raggiungere un luogo fisicamente. Oggi faccio un’eccezione, ma proprio piccola, perchè non vi racconto un romanzo, ma vi parlo pur sempre di parole, di come usarle per costruire una storia, anche come strumento di lavoro.
Per fare comunicazione aziendale bisogna usare l’immaginazione e fare finta di tornare bambini. Beh, se non è una buona notizia questa, allora cos’è?
E’ la magia dello storytelling, e finalmente dopo averne sentito molto parlare, soprattutto tra i travel blogger e tra chi bazzica turismo web 2.0, ho avuto la fortuna di partecipare ad una lezione sul tema, tenuta da uno esperto come Alessio Carciofi, che si occupa di marketing, social media, comunicazione, ma da un punto di vista per così dire laterale, certamente al di là dei vecchi schemi, e già il fatto che, quando prima di un’intervista gli ho chiesto come lo dovessi presentare (la classica “carica aziendale”) lui mi abbia risposto “social dreamer consulting”, beh, la dice lunga!

La magia dello storytelling, dunque. Ecco la ricetta base: non concentriamoci più su cosa fa la nostra azienda, su cosa vendiamo o su quali servizi offriamo, dice Alessio, ma pensiamo a chi siamo noi. “Raccontiamo chi siamo. Tutti hanno una storia da raccontare”. Non è bellissimo partire, per una volta, dalle parole e non dai numeri e dalle cifre?? E poi se ci pensate un attimo, quando quello che facciamo ci appassiona, non abbiamo voglia di raccontarlo anche agli altri e far capire loro il perchè?

Bene, allora abbiamo fatto il primo passo, siamo pronti per diventare “architetti di storie”. Come ogni storia che si rispetti, però, anche la nostra ha bisogno di una trama, o meglio di uno storyboard, perchè immaginazione sì, improvvisazione (o ancor peggio finzione) assolutamente no! E poi non è così difficile, basti pensare alle favole della tradizione ed al loro schema che era sempre un classico: problema, azione, risoluzione, oppure conflitto, trasferimento, crescita.

Ma siamo ormai in piena epoca social e quindi la nostra storia non la possiamo raccontare solo col passaparola, dobbiamo condividerla (altra parolina magica dei nostri tempi!). Qui ci possiamo sbizzarrire, i media ormai sono molteplici e sta a noi capire quali sono i “nostri”. Ma qualcunque canale sceglieremo, ci sono delle regole d’oro da seguire: interagire, certo, ma soprattutto ascoltare e ringraziare. Ringraziare chi interagisce con noi e ci regala un po’ del suo tempo, un suo like, un commento, un apprezzamento, è fondamentale, altrimenti in effetti che conversazione sarebbe? Siamo tutti presi a misurare il ritorno delle nostre azioni sui social, ma forse non ci ricordiamo mai abbastanza che “grazie” bisogna dirlo, e d’altronde non è quello che ci insegnavano sempre le nostre mamme e nonne, guardacaso le nostre prime, vere, storyteller?

Mariangela Traficante – Chelibromiporto.com



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