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“Marina Bellezza” – Silvia Avallone

Creato il 02 novembre 2015 da Temperamente

Marina Bellezza è il titolo del secondo romanzo di Silvia Avallone. Leggendo il titolo pensavo, forse ingenuamente, che la storia si svolgesse in una località balneare, o comunque perlomeno marittima. Niente di più lontano dalla verità. Le ambientazioni principali sono quelle della Valle Cervo, ridente vallata del biellese.
Ma non è solo il titolo del libro. È molto altro. È il nome della protagonista, una ragazza di soli vent’anni, ma con le idee già chiare.
E poi… Sono 500 e passa pagine rilegate insieme sulla provincia e sul crescere in posti dimenticati da Dio, con una sola biblioteca e molti bar dove passare le mattine, i pomeriggi , le sere. È la speranza della ragazzina che dà il nome al libro di finire in televisione, per abbandonare quei posti una volta appartenuti ai nonni inseguendo la celebrità.
Ma è pure giovani che vogliono tornare a lavorare la terra, allevare il bestiame. Marina Bellezza e Andrea Caucino sono queste due dimensioni, sono le facce di questa medaglia.
Della Avallone avevo letto tempo fa anche il suo romanzo d’esordio: Acciaio. Devo ammettere che quell’opera prima non mi era piaciuta, mi era parsa scialba e con poco da raccontare. Le situazioni di provincia che aveva voluto trascrivere non mi avevano spinto ad empatizzare con i protagonisti, rei di superficialità e di puntare al successo col minimo sforzo.
Purtroppo anche in questo caso i ragazzi descritti dalla penna di Silvia Avallone non sono riusciti a rapirmi il cuore.
La protagonista, bella da mozzare il fiato, che fa di cognome Bellezza (già qui: il destino nel nome? Cosa ci voleva comunicare l’autrice?), punta tutto sul suo corpo e su come lo muove per scalare la piramide sociale, con fame di riscatto socio-culturale.
Il suo fidanzato di tre anni fa, Andrea, è stato il suo grande amore, il primo con cui ha fatto sesso. Andrea Caucino è figlio di un avvocato ex sindaco di Adorno biellese e di una madre completamente asservita al marito.
Suo fratello Ermanno lavora per la NASA nel New Mexico, ed è il figlio preferito, proprio in virtù dei risultati raggiunti. Lui invece dopo la laurea in agraria come ambizione non ha altro che quella di fare il margaro, seguendo le orme di suo nonno.
La fine della relazione con Marina lo ha distrutto, e per tutto lo svolgersi del romanzo sarà un prendersi e lasciarsi continuo per i due ragazzi.
Di poco spessore anche gli altri personaggi, quelli cosiddetti secondari. Elsa, innamorata più o meno segretamente di Andrea, è una ragazza dotta ma con pochissima spina dorsale e forse ancor meno amor proprio.
La madre di Marina, alcolista dalla rottura col marito, è oramai una caso umano caricaturale di se stesso, che si trascina dalle macchinette del videopoker al bancone del bar, dimenticandosi persino gli appuntamenti con la figlia. Il nuovo compagno non è molto più in gamba di lei, seguendola (e trascinandola -in un perverso circolo vizioso-) in questo processo di autodistruzione.
Il padre della protagonista è, se possibile, ancora peggio. Bugiardo patentato e patologico, vive ben al di sopra delle proprie possibilità e finanze, non capendo che prima o poi gli verrà presentato il conto da pagare, e che non ci sarà dilazione che tenga.
Lo stile del libro è semplice, infarcito con termini ed espressioni da cio-ciovani che dovrebbero avvicinare le nuove generazioni, ma che invece ottengono l’esito opposto; la trama che cerca di coinvolgere il lettore con sensazionali colpi di scena ma ch,e a mio avviso, non ci riescono quasi per niente…insomma, spiacente, ma sono rimasto proprio deluso.
Questo libro non mi ha lasciato nulla, se non una grande amarezza: “marina amarezza”, direi, e mi ha solo ricordato la pochezza umana.

Silvia Avallone, Marina Bellezza, Rizzoli, 2013


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