Marina Michajlovna nacque a Mosca nel 1912. La sua era una famiglia di artisti e avrebbero desiderato per lei, un futuro di cantante d'opera. Le difficoltà economiche susseguite alla perdita del padre avvenuta quando lei aveva sette anni, la indussero a intraprendere studi professionali in chimica per essere di sostegno alla famiglia. Diplomatasi nel 1929, quando aveva diciannove anni fu assunta come tecnico di laboratorio dall'Accademia dell'aviazione militare "Žukovskij". Nel 1934 divenne navigatrice e l’anno successivo era pilota aeronautico.
Nel 1937, insieme a Valentina Grizodubova, stabilì il record mondiale femminile di volo senza scalo 1445 km. Nel maggio 1938, alla guida di un idrovolante civile, stabilì il nuovo record con 1749 km, migliorato nuovamente a luglio quando raggiunse 2241 km; infine, a settembre, di nuovo in coppia con Valentina Grizodubova e con Polina Osipenko, volò senza scalo per 5908 km in 26 ore e 29 minuti, da Mosca a Komsomol'sk-na-Amure sul Pacifico. Per queste imprese fu insignita dell'onorificenza di Eroe dell'Unione Sovietica.All'ingresso dell'URSS nella seconda guerra mondiale a seguito dell'invasione nazista del 1941, moltissime donne si arruolarono nell’esercito. Marina Raskova, (aveva sposato Sergej Raskov) grazie alla sua popolarità, intercedette presso gli alti comandi militari per ottenere il permesso di formare un reggimento aereo composto da donne. Coadiuvata dalle autorità militari, Marina riuscì a formare tre reggimenti di donne aviatrici, in cui anche tutto il personale ausiliario, perfino i meccanici, erano di sesso femminile. Il battesimo del fuoco avvenne l'8 giugno 1942 in un raid contro il quartier generale di una divisione tedesca; la missione ebbe successo e si risolse con la perdita di un solo velivolo. In pochi mesi i tre reggimenti il 586° il 587° e il 588° portarono a termine numerose incursioni notturne contro le postazioni tedesche. Il comandante tedesco Johannes Steinhoff, in una nota del settembre 1942 scrisse: «Non ci capacitiamo del fatto che i piloti sovietici che ci stanno dando i più grossi problemi siano donne. Non temono nulla, vengono di notte a tormentarci con i loro obsoleti biplani e non ci fanno chiudere occhio per molte notti» e coniò per quel gruppo di donne il soprannome “Nachthexen” (Streghe della notte.)
La Raskova mostrò anche doti di stratega riuscendo a sopperire alla limitatezza dell’aereo Polikarpov Po2, praticamente un biplano per l'addestramento di base, che raggiungeva a stento 150 km /h. Tra i reparti ideati da Marina, l'unità che nel 1943, fu ribattezzata "46º Reggimento delle Guardie da Bombardamento Notturno Taman" divenne l'unità aeronautica più decorata di tutta l'URSS. Ventitré aviatrici del reggimento, cinque delle quali alla memoria, furono decorate con la Stella d'Oro e insignite del titolo di Eroe dell'Unione Sovietica. Nel novembre 1942 Marina Raskova prese il comando anche del 587º Stormo bombardieri in picchiata. Il 4 gennaio 1943 mentre al comando di uno di questi bombardieri, era in volo verso Stalingrado per dare rinforzo alle squadre aeree di stanza in quella località, durante una tempesta di neve, la pattuglia di tre aerei da lei comandata si schiantò contro le scogliere che costeggiano il Volga, nelle vicinanze di Saratov e perirono tutti. Ai resti di Marina furono riservati funerali di Stato e le sue ceneri furono tumulate in un'urna nel muro del Cremlino, sulla Piazza Rossa. Dopo la morte fu decorata alla memoria anche con l'Ordine della Guerra Patriottica di prima classe.