Gli ombrelli dei pini dondolavano torno torno il campo di gioco, un profumo di spiaggia e di resina si spandeva sugli spettatori. Su un lato si alzava una tribuna messa su in fretta, un trabiccolo in gracile equlibrio, i legni appena piallati.
La squadra era composta esclusivamente da viareggini. Nel 1920 non si giocava per denaro; i giocatori erano di qualsiasi provenienza sociale. Il portiere Guidi era figlio di un armatore, l'ala destra Rossino possedeva delle cave di rena, Pippo, il Veronesi era impiegato; c'erano dei calafati, degli studenti, dei bagnini.
Per la destrezza che impone il mare a chi fin da bambino lo frequenta, la squadra del Viareggio aveva una sua spavalderia; i popolani ne seguivano ogni vicenda come di una persona cara. La partita più attesa, che esaltava, era contro la Lucchese. Pur di vincere quella si perdessero tutte le altre.
Fu la gara del 2 maggio 1920 che dette l'avvio alle tre giornate.
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( Mario Tobino, Sulla spiaggia e di là dal molo, pag. 95 - Arnoldo Mondadori Editore, 1976 )