Viareggio – Piazza Shelley e Palazzo Paolina – Foto tratta da Viareggio Ieri -N.20-luglio 1991
Paolina Bonaparte, la bella e impudica, con le membra ancora intatte del Canova, ma già intorno agli occhi, per il viso, in certe ore malinconiche, la piega crudele dell’età, si fece a Viareggio costruire un palazzo perchè innamorata del giovane musicista Pacini, per stargli vicino.
[…] A quel tempo Viareggio era un gruppo di esili case di marinai, qualche villa patrizia lucchese , aperta solo nella bella stagione; poi c’erano le dune, le pinete, i boschi di lecci; la madre e le sorelle, non sapendo della fiamma che aveva nel cuore, dettero alla Paolina della stramba per aver costruito in un luogo tanto selvaggio.
Viareggio – Piazza Shelley e Palazzo Paolina nel 2013
[…] Quando io ero bambino il palazzo era ancora intatto; sembrava che lei da poco fosse fuggita, perchè la stella del fratello si era offuscata. E poi l’ho anche frequentato, perchè vi furono messe le scuole. Era una reggia in miniatura; mi rapivo alle pitture, ai fronzoli di che erano fitte le pareti, non un grano lasciato in preda al volgare imbianchino. In ogni stanza il caminetto, agile e solido, di marmo levigato, appena tinto di giallo. Caminetti che l’avevano vista, riscaldata; forse presso uno di loro, in qualche sera che invano aspettavano il giovane Pacini, stanco di lei anziana, aveva pianto.
Il palazzo è un quadrilatero composto dal pianterreno e dal piano di sopra; numerose le stanze, a quel tempo facile la servitù. Era circondato da pini strinati dal libeccio, da lecci, e vicinisseme erano le dune con gli aspri ciuffi d’erba, la rena bagnata dalla battima. Le camere della Paolina dovevano certamente essere quelle sul terrazzo, guardanti il mare, un terrazzo impero, solido, dalle pesanti colonne, tutto lungo su quel lato, circa trenta metri; quelle stanze avevano i più bei caminetti, le più liete pitture.
( Mario Tobino – Sulla spiaggia e di là dal molo, pag.209 e 210 – Arnoldo Mondadori Editore – 1976 )
Viareggio – Palazzo Paolina nel 2013