Chiunque conosca i fatti della vicenda Tamoil sa che quei fatti stessi avrebbero potuto trovar luce anni prima. Quando la situazione era nota, ma nessuno ne parlava se non qualche visionario. Perché la situazione in cui ci si trova adesso non è nata il giorno prima che l’indomito presentasse il suo dossier. Non lo consideri, dunque, signor Cortéz così tanto informato, come uno svarione. Si chieda piuttosto perché per anni nessuno diede ascolto agli ambientalisti di allora, ivi compreso il direttore in questione. Cronaca ha vissuto per anni con bei contratti pubblicitari di Tamoil stessa. Vada pure all’archivio e guardi quanti prodotti collegati a Cronaca, e la cronaca stessa, si sono fregiati per anni della pubblicità dell’azienda. Poi possiamo pure raccontarcela. Ma i fatti son questi. Ho guardato con simpatia alla nascita di CremonaOggi. Ma – resta questo un mio parere del tutto personale – la simpatia non è stata contraccambiata dai fatti. Continuo a ripetere che la mia non è una guerra contro il direttore – che peraltro neppure conosco personalmente – e che solo per il fatto di aver dato lavoro ad alcuni giornalisti che con la morte di Cronaca si son trovati con le spalle al muro, va elogiato. Non una guerra contro Silla, ma contro una maniera di fare giornalismo che si spaccia per quel che non è. Non è – ed è sempre un mio parere, peraltro opinabilissimo – una voce scevra da ogni condizionamento. Non è una voce che possa esser additata sotto la voce ‘pluralismo’. Non è la voce di un maestro: solo una tra le tante. Che, dopo l’agiografia del Piva impegno su Mondomusica, mi giunge ancor più fioca. E – le dirò di più signor Cortéz – solo il tempo potrà dirci verso cosa o dove stiamo andando. Continuo a mantenere la mia idea ma, per non dar adito a guerre che non voglio fare, non interverrò più sull’argomento in questione. Non si toglie, ne si aumenta la dignità di un prodotto o di una persona se la si critica: uno poiché le critiche essendo fallaci possono essere presto rimosse. In secondo luogo poiché – fortunatamente – i pensieri, gli atti e le opinioni sono criticabili sempre. La mia, come la sua, come quella del dottor Silla. Al quale comunque va il mio augurio di proseguire, magari ritrovando quel sano spirito del ‘No’ a Martelli che il soprascritto Zignani ricorda. E lasciando perdere le interviste che nulla tolgono, ne nulla giiungono poiche prive di domande sui lati oscuri delle cose. Detto questo vi saluto. Spero – quanto a lei e al signor Zignani (e l’invito è esteso pure a Silla) – che un giorno ci si possa trovare per discutere di informazione magari davanti a un buon bicchier di vino. Come facevano i miei nonni che dalla terra traevano spunto e stimolo per pensare al domani.
Mariolino
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