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Marmellata di guaiaba, papaia, banana e rum

Da Cucinaamoremio
Marmellata di guaiaba, papaia, banana e rum
Tutto comincia dal Guajabo che mia zia ha ereditato da mia madre, pollice verde ma verde particolare, cioè era per così dire curiosa di tutto e sicuramente questo alberello dai frutti bizzarri lo aveva pescato non so dove…  Comunque c’è – non c’è più lei ma lui si!  E ogni anno facciamo la marmellata.  Quest’anno, invece della solita marmellata verdina e anche perché una mia amica mi aveva regalato una papaia enorme (“tanto tu sicuramente ci farai qualcosa”) ho inventato questo mix che sicuramente rifarò il prossimo anno alla prossima produzione del Guajabino.
Intanto:

Guaiaba - Psidium guajava

Marmellata di guaiaba, papaia, banana e rumLa guaiava, o guava, (spesso chiamata con il nome spagnolo Guayaba) è una specie di un piccolo albero appartenente alla famiglia delle mirtacee. L'albero è diffusamente coltivato per il valore commerciale dei suoi frutti.

È un alberetto perenne tra i 2 e i 7 metri, tronco diritto e ramificato di legno duro. La corteccia è grigia e presenta macchie. Le foglie sono di colore verde chiaro. I fiori sono bianchi, grandi, profumati, solitari o a piccoli grappoli.
Il frutto è di forma variabile (sferica, ellittica, piriforme), di colore giallo o verde-giallo, lisco o rugoso, con polpa bianca o bianco-gialla o rosa o rossa, dolce, agrodolce o acido, con numerosi semi, piccoli e bianchi. Il peso varia tra 130 e 800 g circa, con un peso medio di 390 g/frutto.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Poi la mia ricettina:

Marmellata di guaiaba, papaia, banana e rum 

guajaba 
papaia 
banana 
mele (1 ogni kilo di frutta - per la "pectina") 
zucchero di canna biondo (la metà del peso delle tre frutte peste insieme) 
rum (100cc ogni kilo di frutta)
Sbuccio e taglio a pezzi tutti i frutti (le mele solo se non sono biologiche - le vitamine sono quasi tutte lì), unisco lo zucchero e mescolo in modo che lo zucchero vada a toccare tutta la frutta, unisco anche il rum mescolando ancora e lascio macerare ler almeno 12 ore mescolando un paio di volte.

Trascorso questo tempo, mescolo di nuovo e faccio cuocere per circa un’ora (a volte levo la schiuma che si crea a volte mescolo così sparisce… non lo so!).
Dopodichè con un frullatore ad immersione, frullo tuto in modo da avere un composto liscio.
Faccio cuocere ancora fino a che non raggiunto la consistenza desiderata (prova piattino: qui in alto “Una più del diavolo” n° 7), non più di mezz’ora!
Invaso la marmellata bollente - attenzione è peggio del “piombo fuso” - in barattoli sterilizzati
(“Una più del diavolo” n° 16), chiudo con tappi integri sterilizzati anch’essi ben stretti e li capovolgo (il calore fa creare il sottovuoto).
Una volta freddi o dopo 8 ore (circa la notte - io la marmellata la faccio sempre dopocena) rigirateli e conservateli al fresco.

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