Io sono una che piuttosto che fare la coda per entrare al Plastic rinuncia ad andarci quindi l'idea di dover litigare con manipoli di ragazzine, giornaliste o wannabe COME ME mi fa venire i brividi. Cerco di mantenere ancora qualche barlume di disgusto per le scenate in piazza e lascio che si scannino come cani rabbiosi per una maglietta di cotone con le cuciture storte.
Eppure. Eppure stavolta qualcosa è successo. Sarà che Marni se lo inculano in poche, sarà che Marni è un brand da radical chic, da chi non ama indossare capi con il brand in vista, sarà che Marni è conosciuto solo da chi la moda la mastica piuttosto frequentemente, sarà che Marni costa un botto (ma d'altra parte chi non?), insomma sarà che per Marni c'ho lavorato (e non è andata a finire nemmeno troppo bene ma in quale storia d'amore ci si lascia con un sorriso? Nelle mie, MAI) quando hanno annunciato la collezione per H&M m'è preso un coccolone. Subito ho ululato l'allarme alla mia ex capa, insieme abbiamo avuto un attacco epilettico e abbiamo pianificato The Strage: noi, l'8 marzo, SAREMO LI'. Il problema è che mai come stavolta ho desiderato vivere in provincia. Sì perché a Milano voi non potete capire cosa ci sarà. Non potete capire. Sangue. Svenimenti. Graffi. Calci. Galline. Sarà una dura lotta fino all'ultima collana. E bando lì a quelle IPOCRITE di voi che stanno dicendo “mmh seee, vabbhè ma tanto è roba fatta in Cina”: cosa minchia credete, che gli abiti che si comprano in boutique vengano cuciti direttamente in Via Montenapoleone? E quelle altre là di voi che stanno dicendo che “è pur sempre roba che fa H&M”, nella mia piccola esperienza vi posso dire che finora nell'armadio ho pezzi delle collezioni di Matthew Williamson, Comme des Garcons, Sonia Rykiel e Lanvin. E sono tutti altamente sopra la media di H&M. Quindi bando alle ciance e passiamo al setaccio l'intera collezione pezzo per pezzo. 1.Di questo gruppo io sono uscita di testa per il completo a pigiamino lurex che ho visto indossato da Sofia Coppola alla presentazione della collezione. Lo scorso sabato però sono passata dal centro e ho visto i pantaloni appesi in vetrina e ho notato che hanno il cavallo molto alto. Non è una novità per la modelleria di Marni (ho visto pantaloni tipo pannolino sul sedere che voi umani non potete nemmeno immaginare) ma potrebbe essere un problema per una che non ha un fianchetto da taglia 38 come me. Amo fortemente l'idea di farmi il completo perché spezzato perde un po' il senso dell'effetto pigiama che io perseguo da tempo. Mi ritiro per deliberare e forse li compro lo stesso, sono una delle cose sulle quali punto di più. Il colletto di pailettes nero è uno degli articoli più comuni di Marni. L'unica differenza con un originale è che il nastrino è fatto in fettuccia anziché in raso. Per il resto pare uguale. Io lo consiglio ma azzardatelo con colori molto accesi.
2.
Queste stampe mi ricordano la prima capsule Summer Edition del 2009. Tutta questa storia è in SETA, quindi occhio ad acquistare perché dopo è tutta roba che va lavata a mano oppure a secco. Non ci trovo nulla per il quale mi prenderei un gomito in faccia da una sconosciuta ma se fossi in voi farei una pensata sulla collana (spoiler: io che sono palliduccia e ho gli occhi CERULEI prendo quella verde, se avete la carnagione olivastra consiglio questa gialla).
3.
Di questa storia il mai più senza è The Pigiama. So che è una scelta rischiosa sopratutto se vivete in un Paesello, ma ricordate che voi potrete dire Tu Non Capisci Niente a tutti coloro che vi additeranno come della pazze scalmanate fuggite dal manicomio in pigiama. Anche l'abito lungo è fantastico, sopratutto a vederlo indossato nel video della collezione. Io sono una che ama mettere abiti e gonne lunghe, sarà che sono alta quanto un palo dell'alta tensione, però ricordiamoci che è di seta e sono pur sempre 130 Eur e quando si va in giro d'estate con qualcosa di lungo è meglio che sia sbrendolo* (come dice mia madre) piuttosto che qualcosa che si ha il timore di sporcare (e un abito lungo, trust me, si sporca SEMPRE). State pensando ai matrimoni? Se non è sulla spiaggia, la risposta è NO. Per quanto riguarda il pigiama però pare che la vestibilità sia eccessivamente over, quindi fatevi due conti con le taglie e prendetene una di meno.
4.
E veniamo alla storia più bella di tutte, il tailleurino. Avete presente quando vi dicevo che è molto Primavera/Estate 2009? Ecco cosa intendo.
Il tessuto, a sbirciarlo dalla vetrina (perché NO, NON MI HANNO INVITATA ALLA PREVIEW PER I BLOGGER), pare piuttosto consistente, magari non sarà spesso come quello della sfilata ma sembra comunque abbastanza pesante.
Per me è un NO definitivo, cose così non ci pensa nemmeno ad accostarle al mio corpo: la giacca per me è troppo corta (ricordiamoci che sono alta quanto un attaccapanni) e la gonna a tubo è una cosa per poche. La t-shirt in linea di principio è molto carina ma è Una T-shirt. Cè, cioè. Infine la collana con i megafiori bianchi è molto bella, sopratutto se la mettete con qualcosa di semplice: pochi colori e ben precisi in testa. Io me la vedo con una t-shirt nera e jeans.5.
Questa storia si potrebbe anche saltare a piè pari se non fosse che io ho un debole per i costumi interi (ve l'ho detto che sono alta? Ecco, allora aggiungo che ho la PANCIA quindi i bikini mi imbarazzano). La camicia è potenzialmente carina, purtroppo appesa ha quel nonsoche di informe che non mi convince. Inoltre sulla schiena riporta la stampa pigiama, quindi per me è un NON SO. Il parka, se non fosse che me ne sono comprato uno verde ai saldi, sarebbe un ottima idea (ma solo se si è alte, Mari scordatelo).
6.
Anche in questa storia non ci trovo nulla che mi faccia venire voglia di tirare i capelli ad una sconosciuta, tranne forse per i pantaloni che però hanno questa vestibilità dubbia a vita alta. La lunghezza è alla caviglia. L'abito stampato è un po' MEH. Il cardigan? L'ho già detto che mi ricorda la PE 2009? Quindi conviene.
7.
Di questa storia voglio solo la collana, per tutto il resto credo che riuscirei a vivere anche senza. E a proposito di queste collane, c'avevo promesso il cuore in quella domenica mattina di quattro anni fa in Via Alserio.
8.
9.
Qui avevo bellamente pensato di ignorare tutto prima che avvenisse questa conversazione con mia madre (che, per la cronaca, non sa usare il computer quindi la collezione GLIELA SPIEGO A PAROLE): - “Poi ci sarebbe uno spolverino a mega dots, cioè pois molto grossi blu su fondo grigio....” - “Blu? Grigio? Ma tu non metti quei...” - “No mamma, LASCIA PERDERE, te che ami il blu lo adoreresti. Comunque ha la manichetta a tre quarti, tessuto rigido, sfoderato, un po' gnè gnè. Costa 129 euro che considerando che il prezzo medio di uno spolverino Marni in negozio è di 600 Eur sarebbe anche un affare MA NON POSSO COMPRARLO PERCHE' NE HO GIA' DUE DI SPOLVERINI”. - “No ma se è uno spolverino estivo TI SERVE, io è tanto che ti dico che devi prendere qualcosa per la primavera e l'estate sai mai che scendano due gocce di....” - “Ok lo prendo”.
10.
Qui c'è addirittura il capo più costoso della collezione, un abito stampato di seta con cappuccio (davvero li usano ancora?) modello parka. L'idea in sé è molto bella, peccato che son 150 Eur. La collana, se abbinata a quella bianca, è un colpaccio di styling che potrete rivendervi presso le folle IGNORANTI per gli anni a venire.
La carrellata sugli altri accessori (principalmente bracciali) ve la salto perché io non indosso grossi bracciali ma, come tutto del resto, vi consiglio di dare loro un'occhiata perché ne vale la pena.
Infine il mio consiglio per questa collezione è uno e semplice: VALE TUTTO. Ragazze, è MARNI, insomma non capiterà mai più NELLA VITA di avere uno spolverino a 129 Euro. E se questo significherà lottare con decine e decine di sconosciute per accaparrarsi una fottuta taglia 38 (sì, quella di H&M) del completo lamè, VA BENE LO FARO'. Se anche voi combatterete la guerra più sanguinosa degli ultimi tempi tenete bene a mente una cosa: il punto di forza di Marni sono le stampe. Guardatevi tutta la sfilata PE 2009, noterete che ci sono uscite che hanno fino a 3 stampe accostate senza dare mai, nemmeno per un secondo, l'effetto bazaar. Vi è sempre un'armonia di colori e di forme che sembra quasi una magia. Eppure ci vanno giù pesanti sia con gli accessori che con le calzature. Poco importa, il risultato è quello di look sofisticato ma mai troppo costruito. Sostanzialmente è questo il motivo per cui giovedì sarò una serial killer.*Sbrendolo: [sarebbe sbrendùl, ma vabbhé]trad. dialet. Di poco conto, simile ad uno straccio.