Vi ho già viste lì, prese dal panico del e adesso cosa faccio con tutta questa roba che mi è pure grande?
Amiche, non vi siete preparate. Le taglie, sono quelle di H&M quindi sono MENO TRE TAGLIE rispetto all'italiana. Hai la 44? devi prendere la 38. Hai la 40? [Muori!] Devi prendere la 34. Respirate, qualcosa si riesce a rimediare o dalla sarta o con una cinturina in vita. Se invece siete una di quelle che quando entrano da H&M in occasioni come queste e arraffano tutto senza pietà perché tanto poi ci sarà qualcuno che se la comprerà su Ebay, bhé onestamente mi date sui nervi. Quindi gradirei che andaste a fare i vostri mercatini altrove (sì, parlo a te che hai lasciato il commento).Io ho avuto la fortuna (chiamiamola così) di avere l'invito per l'anteprima stampa di Mercoledì, ore 19, presso il negozio di San Babila. Diciamo che mi sono spacciata per un'altra persona che molto ragionevolmente aveva di meglio da fare (tipo che so, lavorare) e ha pensato bene di non cedere a questa forma di guerra moderna perché in queste occasioni le persone danno il peggio di sé. Ecco, se pensate però che le persone diano il peggio di sé in occasioni come queste, NON AVETE VISTO LE GIORNALISTE DI MODA COSA POSSONO FARE. Nella mia beata (e beota) ingenuità credevo che l'anteprima fosse una Vera e Propria Anteprima. Poltroncine, champagne, calma zen. Insomma, mi metti fuori 2.000 capi (sì, ho detto DUEMILA) e io compro. Con tutta calma. Perché siamo persone intelligenti. Siamo persone DELLA STAMPA che questi capi LI CAPISCE, li coccolerà,
No.
Quindi
me ne sono rimasta 40 minuti lì, nel mezzo del piano rialzato,
scaraventata a destra e a sinistra da queste pazze esagitate, con le
lacrime agli occhi. E più passava il tempo e più mi saliva la
rabbia e più mi saliva la rabbia e più mi sentivo stupida e così
via in un circolo vizioso di malessere che avrei voluto esaurire
dandomi fuoco nel mezzo delle loro grucce vuote per protesta.
C'era
Consuelo Castiglioni e nessuno se la inculava. Robe che sarebbe da
fare la ginuflessione al suo cospetto e invece erano tutte impazzite
e sbattevano e correvano da una parete all'altra.
Le
grucce erano vuote, sugli scaffali non c'era nemmeno più traccia del
packaging degli accessori. Come se non bastasse tutta questa bolgia,
c'era il deejay e pure il catering. Gente che occupava spazio.
Dopo
aver arraffato tutto, le bulimiche della moda si sono messe a
vomitare il loro bottino di guerra. Negli angoli creavano tra di loro
capannelli e si scambiavano le taglie, gli articoli: “hai una 40?
dammela a me, ti do questa gonna”.
Io
ero schifata, disgustata da quello che vedevo.
Quell'equivocabilissima
norma del regolamento d'acquisto che prevedeva l'acquisto solo di un
pezzo per ogni capo della collezione, apparentemente compresa da
tutti come un divieto a comprare più di un capo della collezione a
testa, mi è venuta subito in mente come forse l'unica soluzione
possibile.
Se
ognuna di queste pazzoidi infoiate avesse ARRAFFATO solo un capo,
forse al mio arrivo (cioè a dieci minuti dall'apertura) avrei
trovato ancora qualcosa. E ce ne sarebbe stata per tutti. O, se non
per tutti, almeno per molti di più.
Invece
io ero lì, delusa e incazzata, che pensavo a quanto sono stata
stupida non solo a perdere tempo per venirci ma anche a perdere tempo
per fare l'esegesi della collezione sul mio blog. Non mi meritano
questi. Non mi meritavano quando mi hanno usata per capro espiatorio
per i problemi degli altri e non mi avrebbero meritata nemmeno
stavolta. Però io, piccola creatura ripiena di benevolenza, ho
pensato 'mannò, su certe cose ci si passa sopra'.
Ci
si passa sopra STO CAZZO.
Dopo
aver ricevuto la conferma che non
avrebbero rimesso fuori la donna me ne sono andata a testa bassa,
lanciando latrati di insoddisfazione su Twitter come unica ripicca
possibile. “Torna domani mattina” mi hanno detto, senza sapere
che il giorno dopo avrei dovuto essere in ufficio ancor prima del
solito, alle 8.30, causa imminente arrivo del CEO.
Ve
lo giuro, mi veniva da piangere. Perché dio solo sa se io sono una
che si scotennerebbe in 'sto modo per dei vestiti.
Sì
lo so che sembra così, ma vi garantisco che ho una dignità. Le
vendite di campionario che si tengono a Maggio e Novembre vedono le stesse
dinamiche delle collezioni speciali di H&M, cioè pura e semplice
isteria collettiva. E io non ci vado più. O meglio ci vado e resto a
guardare, come all'ultima di Jil Sander che pareva il reparto
ortofrutta dell'Esselunga al sabato mattina.
Preferisco
comprare in tutta calma un 100% viscosa di Zara senza nessuno che mi
rompa i coglioni, piuttosto che dover rischiare la vita per una
camicia di seta di Isabel Marant stropicciata su un tavolo.
Ma
la mia non è ipocrisia, io mi pento solo di essere andata
all'anteprima stampa, perché se fossi rimasta dell'idea di andarci
alla mattina (e non avessi dovuto rimanere in ufficio), avrei preso
il mio braccialetto e sarei entrata con tutta calma insieme alla mia
amica Morgana e ci saremmo fatte anche quattro risate prese dalla
tensione per l'evento.
Incredibile
come, pur essendo così stronza e acida, io sia circondata da persone
che mi vogliono bene perché sono comunque riuscita ad avere lo S P O
L V E R I N O grazie ad un acquisto su delega. Anzi, ne avrei avuto
uno su Roma e uno su Milano, perché come si dice “non si sa mai”.
Sì,
diciamo ciao a tutti gli accessori che se li sono pippati tutte le
prime arrivate e adesso fanno bella mostra di sé su Ebay, la verità
è che in molte siete riuscite a fare ottimi acquisti: BRAVE, sono
fiera di voi.
Io,
non contenta dell'incazzatura della sera prima, ieri a pranzo sono
pure tornata in negozio. Ed è stata la parte più divertente. Perché
c'era la coda per accedere alla zona con la collezione. LA CODA.
E
in coda c'era di tutto, ragazze come me, ragazze più giovani,
ragazze più vecchie ma soprattutto loro: LE VECCHIE.
Le
Vecchie sono esseri incredibili, gente che avrà dai 50 ai 65 anni,
con la faccia da culo delle ragazzine di 14 anni, che ti passano
davanti in coda come se niente fosse. E anche al mio richiamo verbale
“spero di non essere così da vecchia da non poter sopportare di
fare una coda come persone civili” non si sono fermate e hanno
continuato a scavalcare. E tutto questo nonostante le vistose
shopping verdi di articoli già acquistati mezzora prima e tanto di
cappotto originale di Marni in mano.
Una
volta riuscita ad accedere alla zona rossa quello che era rimasto era
ben poco: decine di parka blu, le due maglie con i pannelli di pelle
(o era cartone? Chi può dirlo) e l'abito di seta stampato con
cappuccio. E basta.
Grazie
alla pazienza e all'affetto (che NON MI SPIEGO) dell'Amicollega, sono
riuscita a cavare fuori il completo viola lamè della mia taglia e
molto pazientemente mi sono messa in coda per i camerini e lì ho
avuto davanti a me il peggio del peggio.
Non
solo Le Vecchie avevano in mano pezzi ormai introvabili della
collezione (tipo il tailleur a pois blu) ma anche strattonavano
quelle sante donne delle commesse quando uscivano dai camerini
ricoperte di grucce con i capi lasciati lì da chi avendoli provati
non li ha trovati adeguati. Ho visto scene per le quali se fosse
stata mia madre le avrei fatto lasciare alla prima crista che passava
la roba in mano e le avrei detto “adesso esci senza comprare niente
perché non hai ancora capito l'educazione”.
In
coda ho fatto poi amicizia con due ragazze, che avevano un bel po' di
roba in mano, alle quali ho ricordato che il meccanismo delle taglie
era quello di H&M e non quello delle taglie italiane scatenando
la peggiore delle delusioni possibili, era tutto un “dimmi dove vai
che ti passo i pantaloni se non mi vanno bene” ma avevo già
intuito ancora da quando li avevo visti appesi che quei pantaloni lì
avevano una vestibilità molto difficile e che quindi forse non
sarebbe valsa la pena di spendere 80 Eur (ma se li avete comprati
AVETE FATTO BENISSIMO, pat pat).
Una
volta nei camerini finalmente mi provo il mio completo alla Sofia
Coppola e deduco che questa debba avere veramente dei fianchi
piallati perché io sembravo un pollo avvolto nella carta stagnola.
Tanto meglio, penso.
Andandomene
passo a salutare questa Anna che avevo incontrato in coda e nel giro
di qualche secondo mi ritrovo inginocchiata a guardarle come le
cadevano i pantaloni stampati di seta: “bellina sei magra come un
chiodo tu, difficile che ti stiano male, l'unica cosa è che hanno il
cavallo veramente molto basso, potrebbero darti fastidio e comunque
sono da mettere con i tacchi e qualcosa di super stretto sopra”.
Lei porina era nel dubbio e ha cercato in me conferma di quello che
pensava e ci siamo ritrovate a dire “forse per 80 Eur non ne vale
la pena”. Mi ha salutata dicendo “Grazie sei stata gentilissima a
darmi questi consigli” al quale ho risposto
quasi inconsapevolmente “Guarda ho un blog dove non faccio altro,
si chiama matiseivista.com”. Mi sono vergognata di aver fatto della
palese autopromozione ma ho anche pensato che in qualche universo
parallelo probabilmente io sarei un'ottima commessa.
Mi
sono presentata alla cassa con in mano un paio di calzettoni. Sì
amiche, il mio bottino di guerra è questo: il paio di calzettoni. Io
indosso solo quelli di cotone della bancherella del mercato del
Paesello, del prestigioso brand La Calzeria, quelli classici da
palestra quindi per fare la figa e mettere i vestiti con i sandali
e i calzettoni come fanno Quelli Della Moda ho tentato questi che per
10 Eur mi sembravano sempre un furto, ma un furto tollerabile.
Come
detto su Facebook mi sono ritrovata alla cassa a urlare all'amica
dall'altra parte della coda che mi chiedeva che fine avesse fatto il
completo alla Sofia Coppola che “i pantaloni hanno una vestibilità
di merda”, scatenando borbottii dalle centinaia di persone pronte a
pagare i loro acquisti.
Una
volta fuori mi sono sentita stupida per la centesima volta in meno di
24 ore.
E
ancora altre mille volte ad ogni tweet da parte vostra che mi
chiedevate cosa minchia avessi comprato.
Amiche,
ce l'avete fatta. Siete state delle grandi, avete combattuto, avete
vinto.
Ora
abbiatene cura.
Come
indossare quelle cose? Non voglio fare la moralista di merda (ma che
dico, io SONO una moralista di merda) ma avreste dovuto acquistare
solo le cose che sapevate di poter indossare. Se siete gente che si
veste solo di nero, ecco, magari potevate risparmiare questi soldi.
Qualche
consiglio però ve lo regalo:
- cominciate
ad indossare i capi tra un po', non subito, altrimenti rischiate di
trovare qualcun altra vestita come voi nello stesso locale;
- se
non ve la sentite di azzardare l'accostamento tra stampe, scegliete
un pezzo solo e abbinateci un monocolore (la stampa verde e gialle?
Con il nero. La stampa pigiama? Con qualcosa di blu o di nero. Il
pigiamino fucsia? Con il bianco)
- volete
mettere una delle collane o i bracciali? Non accavalleli con altri
bijoux, sopratutto se sono molto diversi.
Mi
piace infine riassumere l'intera vicenda del Dramma at H&M con la
conversazione che ha avuto per protagonista una mia amica in partenza
per Londra ieri sera a Malpensa con una brillante turista:
"Anteprima stampa o vendita stamattina?"
Lei:"Hafdyv dhsugf jstdcf hadt" [Russo bulgaro slavo o sailcazzo]
"Is it Marni for H&M, right? Is it from the press day or did you get it this morning?"
"Vshsd dfhsyd today"
"Ohn you were lucky then!"
"Am I?"
"Sì, fottuta slava buttana"
"Havdad dhfc dsdhcfdt fdjhfd"
Boh.




