Marò, si tratta direttamente con l’India per ottenere il rientro in Italia di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due Lagunari detenuti in India, secondo l’Italia illegittimamente, ormai dal 2012. Dopo il malore di Latorre, che ieri ha avuto un’ischemia e che però, ora, risulta in condizioni stabili sebbene ancora serie, torna di stringente attualità il destino dei due fucilieri di Marina detenuti in libertà vigilata presso l’ambasciata italiana dopo i fatti dell’Enrica Lexie.
MARO’, LA TRATTATIVA SI SBLOCCA? - Con l’arrivo del governo di Matteo Renzi, la via del dialogo bilaterale si era interrotta, a favore di quella del perseguimento di un arbitrato internazionale; ma oggi, anche questa strada, potrebbe essere abbandonata e si potrebbe tornare ad un dialogo diretto con Nuova Dehli. Scrive il Messaggero, infatti, che “la diplomazia italiana si è infatti persuasa, a partire da Staffan de Mistura, che l’ostacolo principale alla soluzione del contenzioso fossero le origini italiane di Sonia Gandhi, presidente del Partito del Congresso a lungo al potere”. Ma le ultime elezioni hanno visto l’avvicendamento al potere del Partito Nazionalista Indù guidato da Narendra Modi; esponente politico con cui, si ritiene, ora sia più facile aprire un canale di dialogo.
TRA ARBITRATO E TRIBUNALI - In “una telefonata lo scorso 10 agosto tra lui e Modi”, quest’ultimo avrebbe detto a Matteo Renzi che si aspetta dall’Italia “il rispetto della magistratura indiana che è giusta, libera, e indipendente”, ma è un fatto che i contatti siano ripresi. Ora, le possibilità sul tavolo sono essenzialmente tre: la prima, quella aperta dal governo Renzi, quella dell’arbitrato internazionale, “appare lunghissima, forse addirittura più del previsto processo davanti ai giudici indiani”; si parla poi di rivolgersi al Tribunale Internazionale sul Diritto del Mare, istituito dalla Convenzione di Montego Bay “la quale nel suo Annesso 7 contempla anche l’eventualità di misure provvisorie determinate da situazioni particolari”, quale potrebbe essere “lo stato di stress dei fucilieri” dal quale sarebbe derivato il malore di Latorre.
UN PAESE TERZO - L’idea potrebbe essere quella di trasferire i due marinai in un paese terzo in attesa di ulteriore giudizio, e potrebbero essere gli Emirati Arabi Uniti. Si potrebbe poi adire la giurisdizione internazionale della Corte di Giustizia Internazionale, ma un eventuale pronunciamento da parte dell’organo dell’Aja non avrebbe comunque valore vincolante. Rimane ancora la via bilaterale; l’Italia ha già inviato “note diplomatiche invitando la controparte ad uno scambio di vedute”. La via dell’accordo, comunque, appare impervia.
Fonte: Giornalettismo