ENGLISH – PORTUGUÊS – FRANÇAISE – ESPAÑOL
Il terzo giorno decidiamo di visitare i famosi giardini di Jacques Majorelle, curiosi di ammirare il blu Majorelle dal vivo. Arriviamo ai giardini a piedi perché volevamo vedere la città fuori le mura, la parte nuova, ed abbiamo fatto bene. Oltre a visitare una zone per nulla turistica, attraversando un mercato locale, per una volta non negli stretti souk, appena varcata la soglia della porta, ci ritroviamo in una Marrakech di condomini. Arriviamo in meno di 20min all’entrata dei giardini.
Il giardino prende il nome dall’artista francese Jacques Majorelle che scelse nel 1919 Marrakech come dimora. All’interno del giardino si trova anche la sua villa in stile liberty le cui pareti furono dipinte di un colore blu intenso che ancora oggi viene chiamato “blu Majorelle“.
Dopo la sua morte (1962) il suo giardino rimase abbandonato fino a quando nel 1980 fu acquistato da Yves Saint-Laurent e Pierre Bergé che lo scoprirono durante un viaggio nel 1966. A Saint-Laurent è dedicato un piccolo monumento con colonna all’interno del giardino dove le ceneri del grande Maestro della moda sono state sparse.
“We quickly became very familiar with this garden, and went there every day. It was open to the public yet almost empty. We were seduced by this oasis where colours used by Matisse were mixed with those of nature. » … « And when we heard that the garden was to be sold and replaced by a hotel, we did everything we could to stop that project from happening. This is how we eventually became owners of the garden and of the villa. And we have brought life back to the garden through the years.”
Pierre Bergé Yves Saint Laurent, “Une passion marocaine”
Éditions de la Martinière, 2
Usciti dal giardino vengo catturata dalla vista di una tazzina Segafredo. Mi precipito nel caffè, è il 4º giorno di astinenza da caffeina, e scopro che la signora che ci lavora ha una sorella che vive in Italia a Monopoli.
Per pranzo ci volevamo far guidare dalla mia inseparabile guida Routard, ma quando arriviamo al ristorantino prescelto scopriamo che è chiuso per lavori. Andiamo alla ricerca di un’alternativa e ci piace molto l’aspetto di Bakchich Cafe, proprio in una parallela della piazza. È talmente buono, con ottimo servizio e prezzi (quanto quelli della piazza, ma con porzioni abbondanti) che diventerà il “nostro” ristorante di Marrakech. Quando usciamo notiamo anche che ha ricevuto l’adesivo di eccellenza Tripadvisor.
Torniamo al nostro riad passando per il souk della lana. Ancora una volta abbiamo la fortuna di scovare vicoletti non turistici. Ci rinfreschiamo e riposiamo per poi riscendere per la cena verso le 19. Ritorniamo nello stesso ristorante per provare altre prelibatezze locali. Dopo cena si rientra presto per preparare i bagagli, domani si parte per il deserto!