“
Non è logico che le frontiere restino chiuse“, titola il giornale algerino
ElWatan, ”
e perchè non si aprono le frontiere?“, si interroga, in forma affermativa, il ministro algerino degli
Affari Stranieri, durante un intervista accordata a
Echourouk.
Mourad Medelci parla delle
frontiere terrestri con il Marocco dichiarando: “
Questa apertura sarà decisiva per un processo di buon vicinato con il Marocco”. Secondo il ministro
è inimmaginabile che le frontiere tra i due paesi restino chiuse eternamente. Dichiarazioni, che stanno iniziando
ad addolcire il cielo tra l’Algeria e il Marocco, ancor più dopo la dichiarazione del presidente algerino
Abdelaziz Bouteflika che durante una manifestazione dal titolo “
Tlemcen, capitale della cultura islamica”, ha a vuto una sortita inattesa evocando le relazioni tra i due paesi. “
Non ci sono problemi tra l’Algeria e il Marocco” ha tenuto a sottolineare il presidente che ha aggiunto: “
Il problema del Sahara è un problema dell’ONU. Il Marocco è un paese vicino e fratello. Bisogna cooperare e noi dobbiamo cooperare”. Questa dichiarazione,
quasi sconvolgente, si aggiunge a voci che parlano di
contatti serrati tra i due paesi.
Sul dossier del Sahara, i termini sono cambiati dopo le ultime discussioni informali a NY, in presenza del segretario dell’ONU
Ban Ki Moon che nel suo ultimo rapporto al Consiglio di Sicurezza, decidendo di rinnovare il mandato
MINURSO, registra dei
progressi notevoli. Anche se questi
pourparlez sembrano trascinarsi stancamente,
il fatto che proseguono e che il filo del contatto è mantenuto, è già di per se un risultato non trascurabile che bisogna sottolineare. La posizione del Marocco attraverso la sua proposta di
un piano di autonomia nel quadro di una regionalizzazione avanzata, ha avuto un grande riscontro in seno al
Consiglio di Sicurezza, considerandolo realista e consensuale. L’Algeria, che è in preda ad una
contestazione sociale di forte impatto e sulla quale pesano dei
rischi di destabilizzazione sul suo fianco sud, a causa della presenza attiva di gruppi armati che ruotano nella nebulosa terorista di Al Quaida, pare voglia oggi sbarazzarsi dell’ingombrante
Polisario i cui membri sono diventati
incontrollabili nella regione. Molti paesi occidentali che sostengono l’iniziativa marocchina, non smettono di appellarsi
all’integrazione economica dei paesi dell’Africa del Nord, e dopo l’avvio della “
primavera araba” il
pressing è aumentato in misura esponenziale. Questa integrazione è ferma dalla decisione
dell’Algeria di finanziare il Polisario e di mantenere
un clima di tensione che si estende a tutte le regioni maghrebine. Molti appelli sono stati lanciati all’Algeria da questi paesi alfine di rivedere la sua posizione e aderire alla posizione comune di tutta la comunità internazionale. Forse questo messaggio sta iniziando a far presa nei poteri forti algerini?
Un altro elemento significativo si è aggiunto a questa eventualità di normalizzazione dei rapporti tra l’Algeria e il Marocco:
una dichiarazione di Abdelaziz Khaddem, segretario generale del
FLN algerino e rappresentante personale del presidente Bouteflika che, in un intervista ad un
quotidiano marocchino, si è detto convinto che le frontiere tra i due paesi saranno presto riaperte. Le relazioni dell’Algeria con la Tunisia, il Mali, la Mauritania e il Niger sono altalenanti e il paese, in un futuro prossimo, si troverà in una posizione
geostrategica estremamente vulnerabile. Il Marocco invece, attraverso i gruppi di contatto internazionali, ha chiaramente scelto di sostenere
l’opposizione anti-Gheddafi. La chiusura delle frontiere terrestri tra l’Algeria e il Marocco
risale al 1994, creando delle conseguenze socio-economiche
disastrose sul Marocco orientale, ma in egual misura sull’Algeria. A fine febbraio 2011
Amina Benkhadra, ministra marocchina dell’
Energia e dell’Acqua, si è recata ad
Algeri e questo
è stato percepito come un passo verso la cooperazione tra Algeri e Rabat. Instaurare un clima positivo, queste le parole usate da Mourad Medelci,
non è più una scelta ma un esigenza. Dall’inizio dell’anno molti indici
lasciavano presagire una riapertura prossima delle frontiere algero-marocchine; il moltiplicarsi di visite ministeriali
con accordi di patnerariato firmati, mediazione di alcuni
capi di stato arabi e africani, una ventilata mediazione americana che plaudeva per questa riapertura,
articoli positivi sui media dei due paesi e una mobilizzazione permanente di cittadini dei due paesi che sostenevano
l’eventualità tanto attesa da entrambe le popolazioni. Nel quadro di questa mobilitazione, da segnalare dal lato marocchino, l’iniziativa di un
collettivo della società civile che da due anni chiede come obbiettivo la riapertura delle frontiere, tramite un sito web
http://www.maroc-algerie.com. Forti delle firme di migliaia di persone che richiedono una apertura immediata delle frontiere, il suo dinamico fondatore
Abdelrhni Bensaid, crede che oggi, più che mai,
sia arrivato il tempo di agire, constatando che le circostanze che sta attraversando la regione
possano favorire un cambiamento di attitudine da parte delle autorità algerine che dovranno rispondere agli appelli e alla richiesta della popolazione algerina e marocchina. Tutto questo potrà soltanto produrre
un Maghreb più unito, solidale e democratico. Un gruppo su
Facebook che milita per questa causa ha annunciato già la data di riapertura delle frontiere. Si legge sul suo muro: “
Le famiglie separate da oltre 17 anni ai lati delle frontiere marocco-algerine avranno presto la possibilità di vivere il momento del ricongiungimento. La data della riapertura di questa frontiera è prevista per il 17 maggio 2011. La festa sarà organizzata da entrambi i paesi fratelli. Una data che i due paesi vicini festeggeranno uniti”. Vi ricordo che la chiusura di questa frontiera costa ogni anno, dal 1994,
due punti di PIL nell’intero Maghreb. Grande notizia che se si avvererà metterà a soqquadro,
positivamente, il Maghreb intero, creando i presupposti reali di una
convivenza pacifica e altamente redditizzia per entrambi i paesi essendo il Marocco sprovvisto di petrolio e l’Algeria priva delle materie prime alimentari, di prodotti industriali e molto altro. Inshalla!