Dopo gli ultimi avvenimenti sia nazionali, l’attentato a Marrakech, e internazionali, l’uccisione di Oussama Ben Laden, ho ripreso un mio contenuto sull’Islam in Marocco, precisamente l’analisi (non approfondita) delle varie correnti islamiche che lo compongono, visto anche i numerosi ingressi di queste ultime settimane, e ve lo ripropongo, modificato e aggiornato in alcuni punti. L’islamismo marocchino è suddiviso in diversi movimenti ma i più importanti sono tre: il salafismo, il Partito Giustizia e Sviluppo (PJD) e l’Associazione Giustizia e Benevolenza. La corrente salafista sprona al ritorno dei veri valori musulmani, quelli antichi, ancestrali, le origini in toto, e comprende due correnti: il wahhabismo, una corrente importata dall’Arabia Saudita, che chiede il rigore nella religione ed una applicazione “tout court” del Corano. Il suo principale leader in Marocco è Mohammed Ben Abderrahmane al Maghraoui che si è distinto un paio di anni fa in una edificante fatwa (avviso religioso) che dichiarava legale il matrimonio di bambine a partire dai 9 anni, creando un ondata di proteste e di sdegno in tutto il Marocco. L’altra componente della salafya è a vocazione jihadista. Sprona anch’essa ad un Islam rigoroso e purista e tutti i mezzi sono buoni per arrivarci, compreso la violenza. Il leader più tristemente celebre, morto da pochi giorni, di questo movimento è Oussama Ben Laden. In Marocco i principali teorici della salafya jihadia sono stati condannati a delle pesanti pene dopo gli attentati funesti che hanno toccato la città di Casablanca nel maggio 2003, oltre ai tre terroristi arrestati venerdi’ per l’attentato di Marrakech. Molti gruppi gravitano attorno alla salafya jihadia. Gli adepti di questi gruppuscoli considerano il Marocco come una società “impura” quindi è necessario dissociarsi ed auto-esiliarsi. La maggiorparte di queste persone si sono installate in località rurali o nei quartieri periferici delle grandi città , come quello di Sidi Moumen, a Casabanca, da dove provengono gli autori dei sopracitati fatti. I più “fortunati” si sono stabiliti in Afghanistan, in Pakistan o in Irak per combattere il “nemico americano”. Una di queste organizzazioni, il Gruppo Islamico dei combattenti marocchini (GICM) è direttamente affiliato ad Al-Qaïda quindi ne condivide l’ideologia e le risorse materiali e umane. Fondata nel 1997 da alcuni storici combattenti marocchini tornati dall’Afghanistan, il GICM è una organizzazione criminale più transnazionale che locale. E’ associata con i movimenti terroristici algerini ed uno dei suoi fondatori, Saad Houssaini, constituisce ad oggi, la più importante cattura realizzata dalla Brigata Antiterrorista marocchina. Sta rischiando la pena di morte per la sua partecipazione agli attentati di Casablanca e Madrid. Il GICM vuole creare uno Stato Islamico ed il Sahara resta la maschera di questo gruppo che lo utilizza come base per minacciare il Marocco, l’Algeria e la Mauritania. Le due più grandi organizzazioni islamiste che rifiutano la violenza sono il Partito della Giustizia e dello Sviluppo (PJD) e l‘Associazione Al Adl Wal Ihsan. Il PJD è il più importante partito di opposizione nel Parlamento marocchino. Ha racconto un grande numero di voti nelle elezioni legislative nel 2007 e appunto siede nel Parlamento del Marocco. Questo partito vuole fermamente essere pacifista perché desidera essere presente nell’arena politica del Paese. La ragione di questa inversione di tendenza in rapporto alle sue posizioni d’origine negli anni ’70 si trova nella convinzione dei suoi dirigenti che dichiarano: “il cambiamento della società marocchina non puo’ intervenire che gradatamente, nella fattispecie con l’insegnamento e l’educazione di massa, all’interno di un partito politico autorizzato“. L’altra Associazione chiave dell’islamismo marocchino è Giustizia e Benevolenza, fondata nel 1980 dallo sceicco Abdessalam Yassine. Considerata come illegale, ma tollerata, questa associazione e, di gran lunga, la più importante del Marocco, e in tutto il mondo musulmano, secondo alcuni specialisti e ricercatori. Si distingue per il numero dei suoi membri e la qualità del suo corpus dottrinale. In effetti, i suoi aderenti si contano in centinai di migliaia. Contrariamente al PJD questo movimento sprona il cambiamento dall’alto, senza pero’ entrare nel gioco elettorale. Il suo capo, lo sceicco Yassine, è stato incarcerato per due anni (1980) prima dei suoi 10 anni di arresti domiciliari. Autore di una quindicina di opere, è considerato come il teorico islamista più importante e influente del Marocco. Il suo cavallo di battaglia è la non violenza (non tutti ci credono pero’ in Marocco) ma essendo molto anziano e ammalato la grande incognita è capire l’avvenire del suo movimento dopo la morte.
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