
Amy Jolly (Marlene Dietrich, appunto) è una cantante di cabaret che si trova in Marocco, dove incontra sia il ricchissimo La Bassière (Adolphe Menjou), sia lo spiantato e fascinoso legionario Tom Brown (Gary Cooper), non fosse per la sua bellezza, donandogli un fiore dal palcoscenico. D'altra parte, il giovane portava avanti, tra le altre, anche una relazione con la moglie (Eve Southern) del suo comandante, Caesar (Ulrich Haupt). Non si fa fatica a immaginare quale catena di sentimenti, emozioni ed affetti tutto ciò porti nel Sahara di cartapesta della sceneggiatura di Jules Furthman (da una commedia di Benno Vigny)
Marocco segna l'epoca del cinema che faceva sognare: un cinema che teneva sempre presente lo spettacolo nel suo complesso e, in particolare, il teatro d'evasione e il cafè chantant in ogni sua forma. Siamo nell'era dell'esotismo, lo stesso che aveva invaso l'opera dell'Ottocento e che presto, nel cinema americano, avrebbe lasciato il posto al mito fondativo per eccellenza, il western. Tutto ciò che lo spettatore vede è ricostruito a uso e consumo di un pubblico occidentale, è uno sfondo. Non c'è bisogno di chiedersi se le cose lì stiano davvero come gli appaiano: ci si appaga nel riconoscere le cose come vanno e, si sa, un soldato di stanza in una legione straniera ha sempre delle donne che ama, delle donne che lascia, delle donne che aspettano e delle donne che seguono.
Ciò che è straordinario, in questo cinema, al di là dell'esito specifico (e l'esito qui è notevole), è che tutto si riconduce a un sogno: uomo ricchissimo s'innamora e vizia splendida donna straniera innamorata di un legionario-don Giovanni, pur consapevole che lo seguirà fino alla morte. 
Solo a queste condizioni si può comprendere il fascino speciale di Marlene Dietrich, donna che certo non si segnalava per la varietà di ruoli o di prospettive, ma che ha saputo incarnare il modello di femme fatale, stupenda e disinibita, ma un po' marionettistica, monodimensionale, una maschera. Così accadeva con i ruoli dell'opera e in parte a questo mondo allude Viale del tramonto: la diva, il divo, l'amore, il riscatto, il successo.






