Il re Mohammed VI ha creato ex-novo, giovedi’ scorso a Marrakech, un nuovo organo pubblico che si farà carico della difesa dei diritti dell’Uomo, rimpiazzando un precedente consiglio puramente consultativo. La creazione del Consiglio Nazionale dei Diritti dell’Uomo (CNDH) mette cosi’ fine al mandato del Consiglio Consultativo dei Diritti Umani (CCDH) creato nel 1990 dal re Hassan II. Il nuovo consiglio sarà composto da personalità rappresentanti il potere pubblico, ONG, i partiti politici oltre a personalità indipendenti. Sarà diretto da Driss El Yazami, un militante dei Diritti Umani, che presiedeva il Consiglio della comunità marocchina all’estero. M. Yazami, 58 anni, ha militato a lungo nei ranghi dell’estrema sinistra marocchina (anni ’70) prima di esiliarsi in Francia. Ha occupato per un periodo la poltrona di segretario generale della Federazione Internazionale delle Leghe dei Diritti Umani (FIDH). IL CNDH usufruirà di una autonomia vis-a-vis con il potere pubblico e sarà dotato di ampie prerogative nei campi della protezione e nella promozione dei diritti umani. “Esamineremo lo statuto e daremo in seguito il nostro punto di vista su questa istanza e in primis sulla sua indipendenza”, ha dichiarato alla stampa Khadija Ryadi, la presidente dell’Associazione marocchina dei Diritti Umani (AMDH), una delle più importanti ONG del paese. Amina Bouayach, presidente dell’Organizzazione marocchina dei diritti dell’Uomo (PMDH) ha dichiarato che “attenderà di prendere atto dello statuto per pronunciarsi sottolineando pero’ che il presidente e il suo segretario generale sono due personalità molto vicine al movimento dei Diritti Umani“. Il nuovo consiglio potrà richiedere alla giustizia l’apertura di inchieste per violazioni dei diritti dell’uomo e avrà come competenze la protezione e la promozione dei diritti umani, compreso la messa in opera delle raccomandazioni dell’Ufficio dell’Istanza Equità e Riconciliazione (IER). Lo IER è una commisione creata nel 2003 da SAR Mohammed VI alfine di aiutare a ristabile la verità sulle repressioni degli anni di piombo (1960-1999) marocchini, sotto il regno del padre Hassan II. Questa commissione, dissoltasi nel 2005 dopo aver rimesso il suo rapporto, aveva fermamente raccomandato l’abolizione della pena di morte (oggi pena congelata) e il lancio di una strategia di lotta contro l’impunità di alcuni personaggi degli anni di piombo, ritenuti colpevoli di omicidi e torture, in tutte le sue forme giuridiche.Il CCDH ha trattato migliaia di dossiers e qualcosa come 18.500 vittime degli anni di piombo sono state indennizate.
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