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Marocco e FMI: Bingo!

Creato il 01 agosto 2013 da Paolo

FMIIl Ministero dell’Economia e della Finanza ha annunciato che il Consiglio di Amministrazione del FMI, ha ripristinato ieri 31 agosto nel corso di una riunione, la Linea di Precauzione e di Liquidità (LPL), che era stata attribuita al reame il 3 agosto 2012. Questa decisione  conforta le riforme prese in carico dal paese e dimostra che le istituzioni finanziarie internazionali continuano ad accordare la loro fiducia al Marocco. Questa LPL è stabilita su di un montante pari  a 6,2 miliardi di dollari e permetterà di perseguire la politica di prestiti internazionali, il primo nel dicembre 2012  e l’ultimo in ordine tempo il maggio scorso, per un montante di 750 milioni di dollari. Durante al riunione del FMI è stato dichiarato che la LPL ha permesso al Marocco di ottenere una garanzia contro i rischi esterni (impatto della recessione economica in Europa) ed ha confortato la strategia economica delle autorità marocchine dopo il deterioramento dei conti fiscali e degli averi esterni nel 2012. Il governo ha preso delle misure significative per ridurre la vulnerabilità delle finanze pubbliche malgrado un ambiente esterno sfavorevole e un contesto regionale che langue.  L’obiettivo di un deficit pubblico del 5,5% sul PIL nel 2013 resta realizzabile ma sarà necessario perseguire un controllo serrato sulle spese sino alla fine dell’anno in corso per rispettare questo obiettivo. Il FMI conclude con un analisi sul ribasso dei prodotti di base (petrolio, farina) e un aumento delle esportazioni su nuovi settori di produzione (componenti elettroniche, automobili, aereonautica) e un ribasso ancora sulle importazioni di prodotti alimentari; tutto questo permetterà di ridurre il deficit attuale. Un auspicato flusso di investimenti esterni conseguenti, stabilizzerà le riserve finanziarie degli scambi. Ma le riforme strutturali, per rafforzare la competitività, devono sempre essere la priorità per attestare queste prime acquisizioni, ricorda  il FMI, consigliando al paese di avere una flessibilità sulla politica degli scambi sostenuta da politiche macro-economiche e strutturali appropriate, permettendo così al paese di raggiungere la competitività e la capacità di ammortizzare gli choc economici esterni.

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