Il Ministro marocchino dell’Industria e Commercio, Moulay Hafid El Amy, ha presentato il “Piano di accelerazione industriale” per il periodo 2014-2020, con cui il Paese si propone di sviluppare occupazione, crescita ed esportazioni, proseguendo nel cammino già avviato negli anni scorsi con una serie di piani di sviluppo ad hoc.
In particolare nel settore dell’automobile (con l’insediamento dell’impianto produttivo della Renault) sono stati creati ben 55.000 posti di lavoro con esportazioni per 2,81 miliardi di euro). Nel comparto aeronautico, grazie alla presenza di imprese come Boeing, Safran e Bombardier, insediate nella zona franca di Casablanca (Midpark), le esportazioni sono state pari circa 727 milioni di euro. Si aggiunge la crescita delle attività nei settori dell’elettronica, dell’agro-alimentare e in generale in attività di delocalizzazione di produzioni da parte di imprese straniere.
Nel periodo 2004-2014 sono sorti complessivamente 110.000 nuovi impieghi nell’industria e le esportazioni sono aumentate del 22 per cento. La nuova strategia industriale 2014- 2020 punta più in alto e si propone di creare 500.000 nuovi posti di lavoro nei settori aerospaziale, automotive, chimico e farmaceutico, e di aumentare la quota di contribuzione dell’industria locale al PIL da 14 al 23 per cento. Il modello di riferimento è quello di Paesi come Turchia, Malesia, Brasile.
Il Governo si propone di realizzare il piano attraverso interventi nell’organizzazione delle imprese leader in “ecosistemi imprenditoriali” capaci di promuovere ulteriore sviluppo, attraverso un maggiore ricorso a meccanismi di compensazione industriale in occasione dell’approvvigionamento dall’estero di beni o di servizi a elevato valore tecnologico e attraverso l’attivazione di canali di finanziamenti alle piccole imprese ed agli artigiani che non riescono ad accedere ai finanziamenti bancari. Sono anche previsti strumenti di sostegno per agevolare l’informatizzazione della gestione contabile e dell’amministrazione del personale, cosi come misure ad hoc per migliorare la produttività e contribuire all’internazionalizzazione di questi soggetti. L’obiettivo è anche di fare emergere l’economia sommersa e di inserire le piccole imprese nei canali di contribuzione al sistema sanitario e pensionistico nazionale. Il Governo intende promuovere la crescita qualitativa delle risorse umane con la creazione di istituti di formazione adeguati alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Proseguiranno anche i programmi Imtiaz e Moussanada, promossi dell’Agenzia nazionale per la piccola e media impresa di sostegno alla competitività e di incentivazione della ricerca a livello imprenditoriale.
Sul piano operativo, la realizzazione della nuova strategia enunciata dal Ministro Elamy potrà appoggiarsi su un apposito “Fondo di sviluppo industriale” dotato di 20 miliardi di dirhams (circa 1,8 miliardi di euro) e sulla firma di una trentina di convenzioni con i diversi attori sia istituzionali che privati. Si inseriscono in questo contesto i fondi destinati a imprese straniere operanti nella filiera tessile che hanno già annunciato la loro volontà di stabilirsi in Marocco. Tra queste la statunitense Paris Texas, Plastima, Maroc Quality Knitting e Tintcolor. I contributi elargiti dal governo marocchino possono coprire fino al 20 per cento dell’investimento. Sul piano geografico, uno degli obiettivi del Piano è di incrementare la presenza delle imprese marocchine nell’area sub-sahariana.
Fonte: Diplomazia Economica Italiana n°5/14