Una delle sue canzoni più celebri critica apertamente il re Mohammed VI e ne denuncia la ricchezza.
RABAT – Mouad Al-Haqed, giovane rapper marocchino di 24 anni, arrestato quattro mesi fa e conosciuto per le sue canzoni virulente contro il potere reale, è stato scarcerato giovedi pomeriggio su decisione del tribunale di Casablanca. All’uscita del carcere, riporta AFP, Al-Haqed ha insitito nel denunciare “le ingiustizie” e “l’impunità di chi ruba”: “Non ternerò indietro. Viva il popolo! Grazie al rap sono impegnato per il popolo e per i suoi problemi. Le nostre rivendicazioni sono enormi (… ). C’è troppa ingiustizia. Hanno fatto un nuovo governo, ma i ladri continuano a beneficiare dell’impunità. Bisogna farla finita con tutta questa gentaglia”.
Il rapper era detenuto dal 10 settembre, con l’accusa di aver aggredito un contro-manifestante. “Il tribunale lo ha condannato a quattro mesi per aggressione e lesioni, ma lo ha assolto dall’accusa di minacce”, ha precisato il suo avocato Omar Ben Jelloun.
Mouad Belghout, noto “Al-Haqued” (in arabo il “rancoroso”), è uno dei cantanti più celebri del Movimento del 20 febbraio, che rivendica dei cambiamenti politici profondi, l’eliminazione della corruzione e una monarchia parlamentare come quella spagnola. Dopo il verdetto centinaia di attivisti del movimento si sono radunati davanti al tribunale, scandendo degli slogan a sostegno del rapper.
Stefano Oliviero