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L’Associazione marocchina per la lotta contro l’AIDS ha lanciato da questo mese una campagna di informazione per lottare contro lediscriminazioni alle persone sieropositive. Una campagna “capitale” secondo i suoi ideatori, nella misura dove lastigmatizzazione e la discriminazionecostituiscono un vero freno per la lotta contro la SIDA (termine che indica l’AIDS). Il Marocco si trova ad un giro di vite dell’epidemia e per questo motivo l’Associazione ha deciso di lanciare per tre mesi (marzo, aprile, maggio) questa campagna dal titolo “Se fossi sieropositivo”. Ispirata dalle azioni condotte dall’Associazione AIDES (prima associazione francese per la lotta contro la SIDA) e già adattata in alcuni paesi come il Belgio e la Cina, questa inziativa “parte dal fatto che la stigmatizzazione e la discriminazione legate al virus sono riconosciuti come ostacoli enormi alla lotta contro l’AIDS” ha spiegato l’ALCS. Le prime personalità che hanno aderito alla campagna nazionale sono l’animatore TV Ali Baddou,il regista Nourredine Lakmari, la cantante Sofia Marikh e l’attore Hicham Nazzal. Secondo l’ultima stima del Dipartimento della Sanità, ci sono oltre 26.000 sieropositivi di cui 3.562 casi conclamati. Le associazioni ribadiscono che l’allarme è concentrato in alcuni gruppi a rischio, in primis i professionisti del sesso, logisticamente posizionati nella regione di Souss-Massa-Drâa (Agadir e zone limitrofe). Nel nord del reame, verso Nador e Tétouan, il gruppo a rischio è principalmente quello dei tossico-dipendenti. In queste due regioni sono presenti oltre la metà dei casi diagnosticati. “I marocchini si trovano nel tornante dell’epidemia con una forte concentrazione regionale ed è necessario informare l’opinione pubblica in maniera corretta”, conclude Ahmed Douraidi. Il 22 dicembre scorso, il ministro della Sanità Yasmina Baddou aveva affermato che il Marocco consacrerà 1,7 milioni di euro (19 milioni dh) per la lotta contro l’AIDS nel 2011.