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Marocco: Produzione olio e derivati Argan mantiene 400 mila famiglie

Creato il 04 gennaio 2012 da Yellowflate @yellowflate

Marocco: Produzione argan mantiene 400 mila famiglie

Finanziato programma per la protezione e l’incoraggiamento della coltura

da RABAT, Stefano Oliviero – Come prodotto alimentare o per uso estetico, la fama dell’olio di argan ha ormai oltrepassato i confini del Marocco. Attualmente l’ albero, endemico marocchino, è oggetto di grande attenzioni: dietro ci sono in ballo questioni economiche ed ambientali. La sua produzione da sostegno a 400 mila famiglie e occupa una superficie di circa 870mila ettari, ripartiti su diverse zone nel sud del regno, che diminuiscono di 600 all’anno a causa dello stress idrico e dell’urbanizzazione.

La produzione di olio, secondo le stime, si attesterebbe sulle 4 mila tonnellate l’anno, delle quali solo 400, con un controvalore di 125 milioni di dirham ( oltre 11 milioni di euro), destinate all’esportazione. Secondo qualche specialista, riferisce La Vie éco, le cifre sarebbero false, per il fatto che una grossa parte delle esportazioni viene effettuata sotto l’appellativo di “oli vegetali”. Sarebbe, in realtà, il 70 percento della produzione totale ad essere esportato e la restante destinata a l’auto-consumo o venduta localmente. Qualunque sia la sua destinazione, essa rimane importante per le popolazioni del sud del paese, ed è per questo che una legge, datata ben 1925, riconosce agli abitanti installati nelle zone interessate, dei diritti d’uso specifici (raccolta del frutto, pascolo delle mandrie, raccolta del legno morto, ecc).

Il ministero di tutela, attraverso l’Agenzia nazionale per lo sviluppo delle zone delle oasi e de l’argania (ANDZOA), e l’Alto commissariato alle acque e foreste, si sono impegnati nella protezione e nell’incoraggiamento della coltura, per migliorarne la produzione e per lottare contro la desertificazione. È stato stanziato un budget di 2,25 miliardi di dirham, 800 milioni dei quali dedicati alla densificazione – il programma mira ad aumentare la densità degli alberi, portandola da 30 a 50 per ettaro – 400 ai lavori di sviluppo territoriale e alla conservazione delle acque e del suolo e 50 milioni saranno mobilizzati per la costruzione, ad Agadir, del centro nazionale di ricerca sull’argania. Il ministro dell’agricoltura e della pesca maritma Aziz Akhannouch ha spiegato che la ricerca è un’asse privilegiato del programma, poiché lo stato ci vede un vettore di sviluppo con un alto valore aggiunto.

Rimane aperto il conflitto fra produttori e “laboratori Pierre Fabre” , colpevole di aver registrato nel 1980 il nome “argane”, come denominazione di una gamma di prodotti, all’Organizzazione mondiale della protezione intellettuale (OMPI) . I primi spingono all’annullamento del marchio depositato, anche se fino ad oggi non è mai stato rispettato, dichiarandosi pronti a riprendere il possesso dell’appellativo “argane”, anche attraverso una battaglia giuridica. Sono in corso dei negoziati già da un anno, da quando una causa del laboratorio Fabre, che aveva attaccato Clairjoie, un altro laboratorio, per difendere i propri diritti sull’appellativo, è stata respinta dalla Corte di Parigi, che ha considerato l’appellativo non di sua proprietà in quanto non costituisce un termine innovativo ma un prodotto di origine marocchina.


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