Marotta: Gap in Europa?   Economico, non tecnico

Giuseppe Marotta

ULTIMISSIME CALCIO. Al termine della Assemblea degli Azionisti, che si è svolta oggi allo Juventus Stadium, vi è stato spazio nella conferenza stampa di approfondire con il direttore generale dei bianconeri, Beppe Marotta, anche gli aspetti prettamente tecnici di questo momento della squadra. Lo scorso anno dopo la doppia indiscutibile sconfitta nei quarti di finale di Champions League contro il Bayern Monaco molto si parlò del divario esistente tra la Juventus e le grandi d’Europa, un gap che, secondo Marotta, dopo la prestazione del Santiago Bernabeu, “esiste solo più a livello economico, ma sul campo l’abbiamo colmato. Siamo stati danneggiati da alcune decisioni arbitrali, ma a livello internazionale le valutazioni sui falli sono diverse rispetto a quelle dei fischietti italiani. Anche il presidente federale e quello dell’AIA hanno valutato negativamente l’arbitraggio di mercoledì e ci auguriamo che Collina valuti attentamente le direzioni di gara in una competizione che incide molto nell’economia di un club e nella quale, essendo un torneo, gli episodi possono risultare decisivi”.

Sullo stesso tema, pochi minuti prima, era intervenuto anche Andrea Agnelli che prima aveva sottolineato la distanza economica tra il calcio italiano e quello europeo “ancora notevole e per colmare la quale si dovranno adottare riforme incisive. Intanto sarà fondamentale adottare «un metodo di lavoro aperto e trasparente, che permetta ai tesserati di portare proposte e di valutarle con serenità. L’obiettivo di tutti è massimizzare i ricavi della vendita dei diritti televisivi in Italia e all’estero, ma anche fare in modo che questa voce sia sempre meno decisiva rispetto ad altre fonti di guadagno” e poi, in risposta ad una domanda sulle puntualizzazioni di fonte Milan sull’accordo annunciato ieri con Adidas aveva tenuto a sottolineare “non dobbiamo guardare al mercato italiano. Proprio oggi circolano indiscrezioni di un accordo tra Nike e una delle principali squadre europee del valore di 70 milioni di Euro annui. A questo dobbiamo guardare, non a chi guadagna di più nel nostro paese”.

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