
ad un certo punto ti dici se mi perdo qui, non mi trovano mai più.

Dopo aver girato e rigirato sbagliando strada una mezza dozzina di volte stavamo quasi per rinunciare,

poi la nostra ostinazione è stata premiata e siamo entrati in un'oasi a dir poco incantevole.

Merito del proprietario Abellatif Aït Ben Abdallah che, affascinato dall'architettura della città vecchia eletta Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO, ne è diventato uno dei difensori più accesi. In un momento in cui i vecchi edifici della medina cadevano a pezzi e sembrava che nessuno se ne preoccupasse, lui ha iniziato col restaurare un riad, il primo di una lunga serie, avviando un lavoro accurato e paziente per recuperare non soltanto vecchie case malandate ma ricche di storia, ma soprattutto per costruire una vetrina importante per la cultura marocchina in tutti i suoi aspetti: architettura, decorazione, cibo, arte. Il clou di tutto questo è il Dar Chérifa, una costruzione di epoca Saadiana che risale al sedicesimo secolo e pare sia la più antica casa della Medina.

Un gioiello che il proprietario ha trasformato in caffè letterario che organizza regolarmente mostre, concerti, conferenze e ogni genere di eventi culturali in cui è costante la presenza di interpreti e traduttori per permettere a chiunque di partecipare e capire. Per esempio, in occasione del Festival Internazionale del Film di Marrakech che stava per svolgersi di lì a pochi giorni, il caffè letterario Dar Cherif aveva un vasto programma di documenti e testimonianze in arabo e in francese secondo un progetto denominato "cultura per tutti".









