Se
l’odioso attentato di ieri al
Caffè Argana, sulla Place Jemaa el Fna, che ha causato la morte di
15 persone e il ferimento di altre 20, ha gettato un ombra e tirato un colpo fatale
alla prima destinazione turistica marocchina, ha in egual misura
scalfito l’immagine internazionale del Marocco, considerato
come un paese sicuro dagli infami giochi terroristici di Al Qaeda. Dopo questo dramma, questa reputazione
è stata annullata e rischia di pesare fortemente su di una stagione turistica già in sofferenza dopo gli avvenimenti della “
Primavera Araba”. Molte misure di sicurezza sono state prese dalle autorità in questi ultimi anni,
notoriamente a Marrakech, sovente citata come un
possibile bersaglio dei terroristi, essendo chiaramente
l’emblema del turismo e luogo cosmopolita mondialmente riconosciuto. Il bilancio dell’attentato di ieri mattina poteva essere
molto più pesante se solo fosse avvenuto
in un altra ora della giornata o la sera, oppure se fosse avvenuto
direttamente sulla Place Jemaa El Fna. Noi tutti qui a
Marrakech pensavamo che la Place fosse
interamente sicurizzata grazie alla presenza
discreta di centinaia di agenti in borghese,
di informatori tra le file dei commercianti,
tra i venditori di sigarette e i cantastorie, di
25 telecamera fissate ad ogni angolo strategico della zona, ma ecco che il dramma ci ricorda che
non siamo mai preparati abbastanza contro gli atti di terrore ciechi e barbari, che uccidono innocenti,
anche musulmani. Questo attentato, se la sua versione sarà confermata, ci ricorda che interviene in una
fase storica che
si è fatta carico di trovare un accordo di normalizzazione con gli
islamisti, alcuni dei quali sono stati liberati alcune settimane fa con una grazia reale mentre altri,
capi salafisti, dovranno beneficiare a giorni della stessa libertà. Alcuni
gruppuscoli ostili hanno deciso allora di agire per spingere il paese
ad una radicalizzazione? Oggi non possiamo rispondere a questa domanda sino a quando l’inchiesta non avrà dati più precisi in merito. Per quanto concerne
Al Qaeda, è chiaro che il Marocco fa parte da sempre dei
paesi presenti sulle loro liste, ma niente ad oggi puo’ provare che dietro a questo attentato, il più grave dopo i fatti di
Casablanca del 2003, appartenga a loro. Questo
brusco risveglio terroristico in Marocco sarà l’alba tragica di un nuovo periodo di attività dei terroristi che hanno resettato il vecchio piano d’attacco per destabilizzare il Marocco?
Il controllo deve sempre essere alto, serrato, perchè nessuno di noi puo’ sapere se l’attentato di ieri
resterà un fatto isolato o è parte di un diabolico piano d’attacco che ha come obiettivo quello di screditare il Marocco e renderlo, sulla scena internazionale,
un paese poco sicuro.