La storica piazza Jemaa El Fna, icona turistica per eccellenza, è stata oggetto di una inchiesta diffusa sabato scorso da National Geographic, con risultati poco lusinghieri (usando un eufemismo). La trasmissione si è occupata delle truffe (arnaque in francese) perpetrate agli ignari turisti ammaliati dal fascino esotico di Marrakech, prima destinazione turistica del Marocco. Il presentatore della trasmissione Conor Woodman, ha iniziato la sua inchiesta all’aereoporto di Menara, dove i taxi che devono condurre in città i turisti, hanno chiesto la cifra di 100 dh, invece delle canoniche 50, tariffa regolamentata dalla Wilaya della città. La trasmissione “Scam City”, ha rivelato le tante “truffe ai turisti” e la tendenza della maggioranza dei visitatori di soggiornare nella parte europea (ville nouvelle) per evitare di farsi truffare nella antica medina, in primis dagli incantatori di serpenti e dai proprietari delle povere scimmie legate con catene opprimenti e chiuse in gabbia. Vi ricordo che la Place Jemaa El Fna è stata consacrata come Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO. Con una camera nascosta, Woodman ha cercato di dimostrare che è necessario pagare 200 dh (20 euro) per poter fotografare un serpente o una scimmia. Il giornalista soggiornava in un riad dell’antica medina, dove il proprietario ha consigliato di farsi accompagnare da una guida ufficiale, per evitare truffe di vario genere ma il giornalista ha preferito farsi accompagnare da un abitante locale che gli ha proposto diversi servizi “gratuiti”. Prudentemente, Woodman ha acquistato un tappeto dichiarato dal venditore “antico” e di origini touareg per 2.000 dh (200 euro), scoprendo in seguito che il tappeto aveva un anno di vita, quindi nuovo, e poteva costare al massimo 600 dh (60 euro). Il presentatore di National Geographic si è deciso, dopo questo inganno, ad assumere una guida ufficiale che è stato sorpreso dalle telecamere ad incassare una lauta commissione sugli acquisti dello sfortunato, oltre alla sua diaria quotidiana (50 euro). Infine le telecamere sono entrate in diversi ateliers dove gli artigiani trasformano centinaia di oggetti nuovi in antichi per vederli poi a dieci volte in più del loro valore reale. Brutta storia che comunque è conosciuta da tutti qui a Marrakech, d’altro canto recita un detto, che è sulla bocca di tutti i marocchini di altre città, che “Marrakech Arnakech” (Marrakech Truffaldina).
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