Marsilio Ficino ritratto dal Ghirlandaio
La storia dell'arte è plasmata anche dai filosofi. E quando questi incontrano un clima favorevole e mecenati che li appoggiano, si possono cambiare le sorti della storia e dell'arte. Ed è quello che fece nella Firenze del Quattrocento Marsilio Ficino, entrato nelle grazie dei Medici.A lui si deve il merito di aver fatto conoscere all'Occidente l'opera di Platone, in maniera organica e il più possibile esauriente nella sua complessità.Marsilio Ficino (1433-1499) è figlio di un medico della Val d'Arno e intraprese gli studi di greco e filosofia, avvicinandosi poi ai latini e all'opera di Tommaso d'Aquino. La fuga in Italia di dotti bizantini dopo la caduta di Bisanzio (1453) fornì agli umanisti italiani l'occasione di conoscere opere greche fino ad allora ignote: fu così che il giovane Ficino, scoperto Platone, se ne appassionò, imparando il greco per studiarne i testi.
Pontormo, ritratto di Cosimo de' Medici detto il Vecchio
Cosimo de' Medici fu il suo mecenate, e gli offrì i mezzi e lo spazio per dar vita alla sua Accademia Platonica, chiedendogli di indagare a fondo l'operato del filosofo greco e farlo conoscere, tradotto, agli intellettuali del periodo. Ficino alternò a lungo l'attività di cura dei testi del maestro greco con le conversazioni di carattere filosofico e politico tenute con gli amici, che gli permisero di elaborare una propria personale interpretazione dell'opera platonica, facendola convivere con la religione e il pensiero cristiano.Nel 1473 divenne sacerdote, proseguendo comunque nella speculazione filosofica, e sobbarcandosi anzi l'onere di dimostrare che la filosofia di Platone era in armonia con la dottrina cristiana, come già Tommaso d'Aquino aveva fatto con quella d'Aristotele.
Segui la bacheca #Uomini&DonneIllustri di Artesplorando su Pinterest.
Fra le sue opere più importanti è in effetti la Theologia platonica (1482), a cui si affiancano opere strettamente religiose (Commentarium in Epistolas D. Pauli), commenti filosofici (Commentarium in Platonis Convivium, 1469, in cui riprese la forma del dialogo platoniano), e un numero impressionante di traduzioni dal greco di opere di Platone e di filosofi greci. Furono proprio queste traduzioni a rendere per la prima volta accessibile al grande pubblico testi fino ad allora ignoti in Occidente.
L'opera di Marsilio Ficino ebbe un'importanza straordinaria nella storia della cultura: per vari secoli i dotti europei conobbero Platone e i neoplatonici quasi sempre attraverso le traduzioni e i commenti ficiniani. Ma quei testi ebbero anche un'importanza più ristretta: da essi trasse i suoi stimoli più vivi l'ambiente raffinato della Firenze medicea, dove la filosofia di Marsilio Ficino s'incarnò idealmente in opere come le Stanze del Poliziano e la Primavera del Botticelli.
Fonti: Guardar lontano, veder vicino, Philippe Daverio, Rizzoli, Milano, 2014
Artesplorando | Promuovi anche tu la tua Pagina