Don DeLillo
Scrittori che descrivono se stessi, scrittori che descrivono il loro mondo, scrittori che scrivono di altri scrittori. C'è sempre questo punto di inevitabile arrivo dove chi scrive deve scrivere di altri che, come lui, scrivono. E Martin Amis scrive di Don DeLillo.Ho letto molto di Martin Amis, ex "enfant prodige" (e anche "terrible") della letteratura britannica. Figlio d'arte, elegante provocatore, riesce spesso, nei suoi romanzi, nel difficile compito di stupire se stesso prima ancora degli altri. Credo che il suo Territori londinesi (riproposto tempo fa da Einaudi con il titolo originale di London fields) sia un raro esempio di onirica follia, non scevra da una sottile vena di humor (un po' come se Nick Horby avesse un incubo). E come poli che, prima o poi, devono per forza attrarsi Martin Amis si occupa di The Angel Esmeralda: Nine Stories, la raccolta di racconti di Don DeLillo. Il pezzo di Amis è appena uscito su "The New Yorker" (lo potete leggere qui).Ammetto di essere di parte: sono un fan di Amis e di DeLillo. Ma l'incontro a distanza, sul filo delle parole, fra questi due maestri merita veramente la lettura.