“Mai l’Unione Europea è stata più discussa: dopo cinque anni di crisi, il progetto europeo si trova davanti alla reale possibilità del fallimento. Ma cosa succederebbe se finisse l’esperienza dell’euro, o addirittura quella dell’Unione?” questo il tema fondamentale affrontato nel libro ‘Il gigante incatenato. Ultima opportunità per l’Europa?’ di Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo e candidato ufficiale del Pse per la presidenza della Commissione Europea.
Crollo del mercato interno europeo, disoccupazione dilagante, deficit democratico, mancanza di una politica estera unitaria. La situazione è aggravata da una mentalità ancora troppo legata all’ambito nazionale da parte degli Stati europei, inevitabilmente assoggettati al potere degli Stati Uniti e dei paesi in crescita come la Cina. Schulz passa in rassegna tutti i mali e le debolezze che affliggono la Comunità, ma si dichiara convinto che tutto questo non giustifica l’abbandono di un progetto europeo che è riuscito a garantire la pace nel Vecchio continente per oltre sessant’anni.
L’autore dimostra che le alternative presentate dagli euroscettici porterebbero irrimediabilmente a una catastrofe. La risposta non risiede né nella recente ondata di populismo di destra, né nell’anacronistico ritorno a Stati-nazione che agiscano esclusivamente in base all’interesse nazionale. Nonostante la crisi, l’Europa possiede punti di forza su cui è necessario insistere: la produzione, con particolare riferimento ad alcune eccellenze – dove, aggiungiamo noi, l’Italia può e deve avere un ruolo di primo piano –, il modello sociale solidale ammirato in tutto il mondo e, non ultimo, la moneta, al cui riguardo va sfatato il mito – largamente diffuso nel nostro paese – che l’euro sia la fonte di tutti i mali. Come asserisce Severgnini sull’editoriale di oggi ‘Le tentazioni del potere’, “L’Italia è l’unico Paese d’Europa che ha visto calare il prodotto lordo pro capite – un comune indicatore di benessere – dall’introduzione dell’euro sui mercati (1999). Non possiamo, perciò, prendercela con la nuova moneta: ce l’avevano anche gli altri. Dobbiamo prendercela con le nostre pigrizie e le nostre ipocrisie, che la politica ha accarezzato, invece di combattere”.
La priorità indicata da Schulz consiste nella creazione di una agenda di riforme, soprattutto istituzionali, che siano in grado di creare una vera democrazia europea per tornare ad avere il ruolo di rilievo che fino a poco tempo fa l’Europa deteneva e che ha tutte le potenzialità per riconquistare.
Marco Cecchini