Siamo già a Marzo.
Non me ne rendo conto. Ultimamente perdo un po' troppo spesso il filo del tempo.
C'è che sono stanca. Estremamente stanca. Vorrei solo un po' di pace e staccarmi da tutto e tutti. Avere un mio rifugio dove potermi accoccolare quando ne ho voglia. Ci sto lavorando anche se non è esattamente così facile come pensassi.
Vedremo.
Lascio che le cose mi capitino.
Un invito a cena stasera a cui non so in che condizioni arriverò.
Gli occhi che sono sempre più affaticati e assomigliano troppo spesso a delle fessurine.
Vorrei appoggiare la testa sulla scrivania e lasciarmi andare ma mi è capitata un'altra traduzione da fare. Non posso tirarmi indietro. Non posso davvero.
Stamattina sono arrivata in Azienda Agricola tardi. L'orologio di fronte segnava le dieci. Ma ieri sera ho lasciato la mia postazione alle 19.45 e quindi ci sta.
Tra autobus con corse modificate, manifestazioni di cui non sapevo l'esistenza, mi sono ritrovata a fare quattro passi per arrivare qui.
Sono passata di fronte alla mia università, l'altra, e mi sono ricordata di quante volte ho fatto quella strada...con un sorriso, con un'incazzatura, con quattro chiacchiere condivise, con l'entusiasmo, con un pizzico di rassegnazione.
Un po' mi mancano quegli anni di spensieratezza. Solo quello, però. Sono contenta di dove sono ora. E di dove sto andando.
C'è però che sono stanca. Estremamente stanca. E non penso sia colpa della primavera.