I Monologhi di Sana – Rubrica
È una sensazione che persiste,
quasi fastidiosamente,
in quest’aria che non si decide a lasciarmi pensare.
È un profumo che mi si è attaccato addosso e non mi lascia più
andare.
Qualcosa di diverso
da tutto il
conosciuto.
Sa di pulito,
di cristallino;
sa di giornate di sole e risate…
E se mi osservo attraverso questa
strana
primavera dei sensi
mi vedo
esattamente per quello
che sogno di essere.
Spariscono di colpo
questi gorghi disumani,
e la luce irrompe
disperdendo il torbido.
Non sono più un essere troppo complicato,
per essere perdonato.
È troppo maledettamente semplice.
È troppo maledettamente allegro.
Di colpo, senza un perché,
mi sono fermata;
ti ho osservato con occhi grandi e
ho lasciato cadere la maschera di gesso
con cui non faccio altro che
nascondermi il viso.
E ora sono tutta qui.
Che paura.
Che strana sensazione,
esporsi di nuovo alla luce.
Avevo scordato quanto facesse stare bene.
E come un cristallo, riflette e
irraggia luce su tutta la mia esistenza;
illumina ogni angolo,
sbroglia i nodi delle mie paure.
Illumina
gli anfratti
dei miei pensieri
preoccupati,
e loro, di colpo,
tornano a essere semplici.
È troppo strano non riuscire a erigere muri,
mi fa sentire senza difese.
Ma non riesco a fare altro
che continuare a mostrare
i palmi delle mie mani
per quello che sono.
Improvvisamente, qualcosa in me non andava,
non funzionava.
Inspiegabilmente ho sentito il bisogno
di strapparmi dal volto
questa maschera bugiarda
e gettarla via.
Insensatamente volevo
che vedessi il mio viso;
quello vero,
che non faccio mai
vedere a nessuno.
Quello su cui si dipingono tutte le espressioni del mio io:
le mie paure, i miei sogni, le mie incertezze, i miei ricordi.
Sciocca voglia di renderti partecipe delle mie felicità,
dei miei sorrisi.
Ho ritrovato una gioia semplice, antica, trasparente
senza arzigogoli, mostri, complicazioni.
Mi fa sentire maledettamente candida,
tremendamente allegra,
incredibilmente sorridente.
Questa, è una felicità pulita.