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Maschi che urinano: sgocciolii, getti, schizzi

Da Leragazze

Manneken_Pis_BrusselTra il 24 e il 26 novembre si terrà a Pittsburgh, Pensylvania, il 66esimo meeting annuale della American Physical Society. Vorrei portare alla vostra attenzione una sessione in particolare dall’accattivante titolo Pumping phenomenon durante la quale saranno presentati, tra gli altri, due lavori che ritengo di particolare importanza e utilità anche per noi profani. Il tema affrontato da entrambi è la minzione.

La prima presentazione si intitola “The hydrodynamics of urination: to drip or jet”. I benemeriti Scienziati se ne sono andati a zonzo nello zoo di Atlanta per osservare gli animali mingere e confrontare il getto di stazze diverse. Perché ciascuno ha il suo stile, dicono. Insomma: sgocciolare o spruzzare, questo è il problema. Per trarre delle conclusioni scientifiche hanno tenuto conto della forza della spinta, della gravità e della pressione della vescica.

Ed è stato così che hanno fatto scoperte moooolto interessanti. Per esempio, che i piccoli mammiferi come i topi lasciano che la pipì sgoccioli dal loro attrezzetto, mentre i grandi mammiferi come gli elefanti la eliminano con un getto imponente come il mezzo che usano. Inoltre, ora siamo a conoscenza che la durata della minzione è indipendente dalle dimensioni degli animali della stessa specie per gli spruzzatori. Per gli sgocciolatori non ci è dato sapere. E pensare che ci sarebbe stata così utile!

La seconda presentazione può avere delle ricadute ancora più sostanziose nella nostra vita. Si intitola semplicemente “Urinal dynamics”. Gli Scienziati, in questo caso, “in risposta alle aspre e ripetute lamentele delle nostre madri e alle numerose relazioni fallite con le donne”, descrivono un’analisi della dinamica di schizzi che simulano il getto della pipì maschile quando impattano su superfici rigide. Fuor di terminologia scientifica, si propongono di trovare il modo di ridurre gli schizzi sulla tavoletta del gabinetto. Perché il problema non è mica nella trascuratezza e nella mancanza di attenzione degli uomini, no!, bensì nella dinamica dei fluidi.

Quindi dài con le pompe che emettono liquidi alla pressione e nella quantità che ci si può aspettare da un maschio in buona salute. E poi dài con le misurazioni di angoli di impatto delle emissioni laterali e verticali nonché della velocità di emissione e delle distanze. Il tutto utilizzando tecniche e strumenti ovviamente scientifici e all’avanguardia.

L’aspetto straordinario è che alla luce dei risultati del loro duro lavoro sono stati in grado di mettere a punto delle tecniche per ridurre il mare di schizzi sul vater e sul pavimento. Purtroppo non ne fanno cenno nell’abstract. L’unica possibilità che abbiamo per salvare il nostro bagno, nell’impossibilità di raggiungere Pittsburgh, è aspettare che ne venga tratto un articolo.

Mio marito e io ne spettiamo con ansia la pubblicazione. Più io però.


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