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Maso è libero, anche di rifarsi una vita.

Creato il 16 aprile 2013 da Laperonza

 

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Il carcere può essere inteso come punizione o come forma rieducativa. In Italia la Costituzione imposta la pena come forma propedeutica al recupero e al reinserimento in società del reo, tanto che, di fatto, non esiste ergastolo e ogni cittadino ha il diritto, una volta scontata la pena, ad un ritorno in società da uomo libero. La pena, per questo, deve essere commisurata alla gravità del reato commesso e, di conseguenza, una volta scontata il cosiddetto debito con la società va considerato saldato. È giusto che ogni uomo possa prendere atto del suo errore, ammendare e avere una nuova opportunità di vita. Questo è lo spirito della Costituzione e la giusta interpretazione della punizione.

È inqualificabile, quindi, l’atteggiamento del Sindaco di Montecchia, paese natio di Pietro Maso, tornato in questi giorni libero dopo 22 anni di carcere per aver massacrato i propri genitori. Il delitto, molti ricorderanno, fu atroce ed efferato, tutta l’Italia ne fu sconvolta e per molti, forse, la posizione del Sindaco è condivisibile. Ricordiamo, però, che Maso ha scontato la sua pena per la legge e in base alla stessa legge egli va considerato emendato.

Il Sindaco auspica che il suo ex concittadino non ritorni in paese e dichiara di non essere soddisfatto dello sconto di pena ottenuto dall’ormai quarantenne omicida, ritenendo iniqua la riduzione degli anni di detenzione. In quanto Sindaco, però, egli deve ricordarsi si essere rappresentante dello Stato e, quindi, rispettoso delle sue leggi. Pertanto dichiarare in maniera più o meno chiara di non voler accogliere un eventuale ritorno in paese è inammissibile: il Sindaco, come parte dello Stato, deve trattare Maso come un qualsiasi cittadino, esimendosi da dichiarazioni fuori luogo. Umanamente, poi, se le stesse sorelle sono state capaci, infine, di perdonare l’atrocità commessa, non si capisce come possa il Sindaco o chiunque altro in paese provare ancora rancore nei confronti di Maso. Che sia anche questa propaganda elettorale?

Luca Craia


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