Massimo D'Alema, da rottamato a consigliere del principe

Il video in cui Massino D'Alema rispondeva ad una domanda di Lilli Gruber con contorno di risate del pubblico, era uno dei pezzi forti del tour che Matteo Renzi fece sul finire del 2012 nella sua campagna per le primarie del centrosinistra. Di mesi ne sono passati sei: nel mezzo ci sono state le elezioni di febbraio "non perse" dal Pd, l'autogol clamoroso nelle elezioni per il nuovo Capo dello Stato con il parricidio di Marini e Prodi, la richiesta di salvare il salvabile rivolta a  Napolitano, le dimissioni di Bersani, il conseguente varo del governo delle "larghe intese" Letta-Alfano. Il pd, nella sua perenne ricerca della leadership che possa sbaragliare la destra, ha la testa al prossimo congresso. Renzi è al centro dell'attenzione del suo partito e dei media, e l'irriso D'Alema si sta ritagliando il ruolo di consigliere del principe: in questo gioca il suo spiccato senso della realtà, un atteggiamento da incassatore, una freddezza da autentico "animale politico" che gli suggerisce di cavalcare l'onda del sindaco di Firenze, architettando una divisione dei ruoli tra partito e governo. Insomma, D'Alema è stato tutt'altro che rottamato.