Non si vive di sola scrittura. Nemmeno se si è uno scrittore con più di un paio di libri all’attivo, si è il curatore di uno dei blog letterari più seguiti in Italia e si è da poco entrati a far parte della giuria di un famoso premio. Ne sa qualcosa Massimo Maugeri, scrittore catanese e curatore del blog Letteratitudine. Quarantaquattro anni, sposato, due figlie, Maugeri ha appena pubblicato Trinacria Park, è stato invitato dalla Fondazione Bellonci a far parte della giuria del Premio Strega e, dal prossimo settembre, sarà il coordinatore per la Sicilia del progetto “Scuola Twain” che ha come obiettivo lo sviluppo delle capacità e delle abilità di lettura e narrazione per ispirare i giovani tra gli 11 e i 19 anni. «Occorre favorire la lettura nei giovani, e anche negli adulti, perché leggere è l’unico antidoto per l’acquisizione del senso critico necessario nella vita di ognuno», spiega Maugeri che incastrerà quest’attività, «a titolo esclusivamente volontario» con tutte le altre, compreso il suo lavoro al Servizio Cultura della Provincia di Catania. «Mi rendo conto che in città come Milano e Roma avrei maggiori possibilità, ma sono fortemente radicato a questi luoghi, amo la mia città e la Sicilia. Quindi va bene così – confessa Maugeri -. Poi è anche vero che oggi non siamo più ai tempi del Verga, perché il web riesce ad annullare le distanze facendo superare le barriere spazio-temporali, come può testimoniare il mio blog».
Fare cultura a Catania è facile o difficile?
«Penso che sia, più o meno, come in tanti altri luoghi. I tempi non sono facili sia per via della crisi, sia perché erroneamente le amministrazioni non investono nonostante sia stato dimostrato che la promozione della cultura crea effetti positivi sul miglioramento della qualità della vita e sulla propensione all’imprenditorialità. Là dove lettura e cultura sono coltivate si innescano circuiti virtuosi. Ultimamente, però, percepisco un grande fermento non solo a Catania, ma anche in altre città siciliane come Siracusa, perché la gente ha bisogno di eventi culturali che attirino. Serve buona volontà, impegno e persone che ci credano».
Qual è stata la scintilla che ha fatto nascere il blog Letteratitudine?
«Tutto comincia nel settembre 2006. Era da poco nata Ilenia, la mia secondogenita, e io sentivo l’esigenza di stare più vicino alla famiglia. Non potendo più andare in giro a seguire presentazioni di libri ed eventi, per continuare a mantenere i contatti con appassionati di letteratura, scrittori, critici, decisi di far nascere il blog mandando una newsletter a una decina di amici, tra i quali Roberto Alajmo. Pian piano le iscrizioni alla newsletter sono cresciute fino ai 30.000 attuali, così come i commenti ai post il cui record è detenuto da un dibattito sulla letteratura cosiddetta gotica, da Bram Stoker a Twilight che ha raccolto 2.800 commenti».
Letteratitudine, che è anche diventato una trasmissione radiofonica, è un blog “alto” o alla portata di tutti gli appassionati di lettura?
«La mia idea è quella che Letteratitudine possa abbattere barriere di qualunque tipo. Sono riuscito a mettere in contatto accademici con critici militanti e, soprattutto, scrittori con lettori. Di sicuro ha permesso di far vedere quello letterario come un mondo coinvolgente e la lettura come un’esperienza che può essere vissuta in prima persona».
A che età si diventa lettori? È vero che se non lo si diventa da piccoli, poi è difficile?
«Essere educati alla lettura sin dalla primissima infanzia è fondamentale e ci sono dei progetti in tal senso come “Nati per leggere”. Però è necessario far sperimentare anche agli adulti, che non sono stati abituati, l’esperienza della lettura. Chi legge vive mille e più vite in mille e più luoghi e in mille e più epoche».
Libro di carta o eBook reader?
«Quella del digitale è una rivoluzione paragonabile all’invenzione della stampa di Gutenberg. Sicuramente la lettura digitale è destinata a crescere anche se, in Italia, il fenomeno è meno veloce rispetto agli altri paesi. In ogni caso il libro di carta ha un suo fascino ed è difficile che, almeno per un bel po’ decenni, possa essere completamente sostituito».
TRINACRIA PARK, dove niente è come sembra...
«Perché niente è ciò che sembra a Trinacria Park...». L’ultima frase della quarta di copertina di Trinacria Park, l’ultimo libro di Massimo Maugeri (Edizioni e/o - € 16) uscito mercoledì 20, racchiude benissimo il senso del racconto che, come già in Identità distorte, si snoda mettendo al centro la Sicilia. «È giusto che uno scrittore racconti quello che conosce meglio – sottolinea Maugeri -. Io, però, parlo della Sicilia in ottica internazionale. In Trinacria Park c’è la mitologia con le Gorgoni e la modernità, con i rischi della mediaticità, perché, appunto “nulla è come sembra” in questo romanzo che si basa su un cumulo di menzogne che si accavallano l’una sull’altra». «Non è un caso – continua Maugeri – che il romanzo esca per la collana Sabot/age di e/o diretta da Colomba Rossi e curata da Massimo Carlotto che, tra i temi forti, ha proprio quello della menzogna. Il mio intento è stato quello di raccontare la realtà senza rinunciare al mito e alla visionarietà, nella speranza di coinvolgere il lettore nella storia e di indurlo a farsi delle domande». Trinacria Park racconta del parco tematico più grande d’Europa, basato sul mito delle Gorgoni raccontato in un antico poema ritrovato, aperto in un’isola di fronte all’Etna riconvertita grazie a finanziamenti europei. La storia si dipana dal giorno dell’inaugurazione, con vip in arrivo da Hollywood costretti alla quarantena per un’epidemia che miete vittime raccontata minuto per minuto da una reporter. Il finale, però, si può scoprire solo leggendo «perché niente è ciò che sembra a Trinacria Park...».
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