di Nicola Pucci
Nel raccontarvi qualcosa del BNP Paribas Masters 1000 di Bercy che va ad impreziosire la bacheca già ben fornita di Novak Djokovic potrei, e lo farò senz’altro, saltare a piè pari i primi giorni di competizione ed avventurarmi nel dettaglio dai quarti di finale in poi.
Djokovic vince a Bercy – da sports.fr
Sì, amici miei carissimi, ad eccezione del k.o. d’acchito di Tsonga che rimbalza contro quel tarantolato da fondocampo che risponde al nome di Kei Nishikori e perde l’ultimo treno utile per accedere al Masters di Londra, i turni d’entrata del torneo hanno regalato pochi spunti degni di cronaca. Quarti di finale, dunque, con Nadal non particolarmente ispirato che liquida l’ultimo transalpino rimasto in gara, Gasquet, già soddisfatto di essersi garantito il biglietto per il raduno a otto britannico; con Djokovic che fa altrettanto con Wawrinka, ben lontano dal meraviglioso fighter che costrinse il serbo alla maratona agli Open d’Australia e ai recenti US Open; con Federer, che prova a tornar Magnifico, scalfito nell’orgoglio qualche giorno prima a Basilea, che rende pan per focaccia a Del Potro, in piena superattività quest’autunno; infine con Ferrer, detentore del titolo, che prevale di tenuta atletica e forza mentale sul talento incompiuto di Berdych.
Otto delle prime nove teste di serie ai quarti, a certificare il livello di altissima qualità dell’evento parigino, i primi tre favoriti più Roger-Express a duellare in semifinale. Djokovic-Federer è sfida che sa di finale Grande Slam, e non manca proprio di offrire qualità fin dalle prime battute. Lo svizzero è ispirato come nei giorni migliori ed incamera il primo set, il serbo è un diesel e quando si mette in marcia inverte la tendenza, recupera un pericoloso break nel secondo set e vince netto in rimonta agguantando la finale. Il derby spagnolo infiamma la seconda semifinale, ma Ferrer è in fiducia, quasi perfetto e pure ben preparato, Nadal invece lento e poco incisivo col dritto e il soldatino valenciano, caso mai ce ne fosse bisogno, conferma ancora quanto sia lottatore indomabile. Si prende la rivincita del Roland-Garros, quando non ci fu partita, e in due set accede alla sfida decisiva.
Djokovic si presenta all’ultimo appuntamento della settimana parigina forte del 10-5 negli scontri diretti con l’iberico, soprattutto con l’opportunità non troppo remota – dipende da quel che farà Nadal a Londra – di chiudere il 2013 come migliore al mondo. Il Ferrer che si mette in moto è parente strettissimo del Ferrer che ventiquattro ore prima ha annicchilito Rafa, azzanna col dritto e confonde di mobilità Djokovic e sale 5-3. Nole è un fuoriclasse, lo sappiamo per certo, al momento del bisogno riesce come nessun altro ad alzare il livello del suo gioco e piazza un parziale di 16 punti a 2 che gli vale il controbreak e l’allungo per incamerare 7-5 il primo set.
Potrebbe sembrare l’inizio della fine per Ferrer, non è così perchè lo spagnolo acchiappa un break in entrata del secondo set, ha due palle del 3-0 pesante ma non le converte. Djokovic come suo costume sbuffa, brontola e non si arrende, e la storia si ripete. Ancora una volta Ferrer scappa fino al 5-3, serve sul 5-4 per trascinare la sfida al set decisivo ma al momento di chiudere trema e si fa acchiappare sul 5-5. Il serbo accelera sul più bello e con un doppio 7-5 taglia il traguardo da trionfatore. Sarà lui l’uomo forte del Masters di Londra, potete scommetterci.
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