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Masterpiece: quarto episodio

Creato il 16 dicembre 2013 da Studio83

Ammetto di essermi sintonizzata su Rai3 con un cospicuo ritardo, stavolta. Sono stata trattenuta su un altro canale da un manipolo di nani, elfi e hobbit che prendevano orchi a calci nel sedere (non amo il fantasy, ma devo ammetterlo: tra l’antipatia di De Carlo e gli occhioni di Legolas non è stato poi così difficile scegliere).

Masterpiece: quarto episodio

“Avete scritto un racconto assolutamente miserabile!”

Quando i titoli di coda hanno suggellato la fine (temporanea) delle peripezie di Frodo, sono tornata a Rai3, dove i quattro finalisti della puntata erano già stati scelti. Non ho visto i provini, quindi non ho ben capito di cosa parlassero i loro romanzi (fatta eccezione per i due dell’elevator pitch).

I quattro fortunati erano, nell’ordine: una centralinista di origini lettoni che vive a Granarolo (dove c’è il latte della Lola); un medico un po’ suonato ma simpatico; un magazziniere sulla quarantina; un assistente sociale romano. Come di consueto, sono stati divisi in coppie e spediti in missione per conto di Masterpiece (i primi due in carcere; i secondi due, più sfortunati, in un torpedone di ultras del Napoli). Di ritorno dalla gita, come sempre, scatta il racconto in trenta minuti col maxi-desktop alle spalle, aggravato, questa volta, dai tre giudici che polemizzavano in tempo reale sulle scelte lessicali.

Masterpiece: quarto episodio

Andre’, e fattela una risata.

La centralinista e il medico producono due testi dignitosi, se non altro in virtù della situazione appena descritta; gli altri due, di certo non aiutati dal tema assegnato (un racconto in terza persona sull’unica donna a bordo del pullman), risultano un po’ più sottotono: De Carlo può finalmente lasciarsi andare a un profluvio di freddi insulti, tra i quali emerge e riecheggia un impietoso “Miserabili!”. La lettone passa il turno, il medico è bocciato; gli altri due, a detta dei giudici, hanno fatto talmente schifo che il verdetto resta aperto e si va per voti basandosi sui romanzi presentati al provino: alla fine la spunta l’assistente sociale romano, nonostante i numerosi errori di ortografia del racconto (al punto che De Carlo dubita apertamente che il romanzo presentato l’abbia scritto lui).

I due selezionati incontrano quindi il coach, sempre più insopportabile a ogni puntata; stavolta ha in mano una sigaretta (spenta, per mantenere equilibrati il fascino maledetto e il politically correct) e ha già pronto il suo aperitivo di insulti per i finalisti, che apostrofa come “sfigati” prima di instradarli verso l’elevator pitch: stavolta il quarto giudice è Andrea Vitali che, dopo due minuti di malcelata insofferenza trascorsi con i due scrittori, sceglie la donna come vincitrice della puntata.

Al termine di questo quarto episodio, ho solo tre commenti:

1) Sembra che l’ossessione per l’autobiografismo stia un po’ scemando, per fortuna;

2) pesa un po’ l’assenza di romanzi (e autori) di genere, che avrebbero reso un po’ più eterogeneo il programma;

3) sarà possibile che al quarto episodio, dopo l’elevator pitch, i due autori debbano SEMPRE fingersi sorpresi quando scoprono che l’ultimo giudice aveva già letto per intero il loro romanzo?

Masterpiece: quarto episodio

We are watching you!

 


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