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Mastri Falegnami – Parte 1 (Salotto)

Da Ronin

Mastri Falegnami – Parte 1 (Salotto)

Finiti i due tetti arriva il momento di iniziare ad occuparsi degli interni. Per rendere la casa abitabile i lavori da fare sono così tanti che è meglio non pensarli tutti assieme.. Ma indubbiamente la prima necessità è di poterci camminare dentro, quindi.. i pavimenti!

 

Come ricorderete, il pavimento del primo piano fu tolto appena comprata la casa, visto che era molto imbarcato e rovinato. Col senno di poi scoprimmo di non aver fatto una gran mossa, perchè prima sarebbe stato il caso di togliere il vecchio intonaco e pulire il soffitto, invece senza pavimento ci siamo trovati costretti a invertire l’ordine di alcuni lavori. Indubbiamente sarebbe stato più efficiente procedere dall’alto verso il basso, ma la nostra smania di fare ogni tanto gioca brutti scherzi.

Comunque poco male: il sottotetto viene lasciato un attimo in sospeso, e ci si concentra sulla ricostruzione del pavimento di quello che sarà il nostro accogliente salotto con camino.

Andiamo con ordine: una volta smontate le piastrelle di cotto (messo al sicuro per essere riutilizzato al piano inferiore) e tolte le tavelle, rimane soltanto la “griglia” di travi e travetti che sostiene la struttura.
Noi siamo dei perfezionisti, così per essere sicuri di valorizzare il bel legno che abbiamo in quella casa, smontiamo i travetti, li pialliamo per bene per togliere lo sporco accumulato dagli anni, e diamo a tutti una passata di antitarlo incolore (per eventuali impregnanti aspettiamo, perchè non siamo ancora sicuri del colore che vogliamo per il legno).

Fatto questo, è ora di rimettere tutto dov’era: ovviamente i travetti sono stati tutti numerati, così da poter essere riposizionati esattamente dov’erano prima.

Mastri Falegnami – Parte 1 (Salotto)

Mastri Falegnami – Parte 1 (Salotto)

Il lavoro non è rapidissimo, bisogna infatti stare attenti che i travetti siano tutti alla stessa distanza fra loro e che siano orientati esattamente perpendicolari rispetto ai travi. Inoltre, lavorare da sotto, un po’ appesi e un po’ sulla scala, non è semplice come sembra.

Una volta disposti tutti i travetti resta solo da fissarli: in origine erano cementati nel muro e nella parte centrale solo appoggiati ai travi grossi. Ma questo può andare bene finchè si utilizzano le tavelle, che con la colata di cemento bloccano anche i travetti. Ma visto che noi vogliamo fare il pavimento solo di legno per sicurezza decidiamo di andare sul sicuro e di avvitare i travetti ai travi centrali (oltre ovviamente a cementarli al muro). In questo modo tutta la “griglia” è fissata e stabile.

Mastri Falegnami – Parte 1 (Salotto)

L’aspetto finale è già di tutto rispetto (anche se ancora poco pratico per camminarci sopra..).

Come i più arguti fra voi avranno già capito, quella specie di buco sulla destra, nella fila centrale, serve per la futura scala che collegherà i due piani della casa. Scala che ovviamente sarà costruita da noi (seguendo i più rigidi criteri di sicurezza), totalmente in legno. Abbiamo già il progetto in testa, si tratta solo di realizzarlo! Ma comunque non sarà un lavoro che faremo a breve, visto che non è prioritario ed è meglio farlo quando il resto è già quasi completato.
Ah, l’idea è anche di fare una specie di botola che chiuda il vano delle scale quando non ce n’è bisogno, così da evitare di disperdere calore nelle fredde notti invernali.

Mastri Falegnami – Parte 1 (Salotto)

Qualche settimana dopo ci dedichiamo a fissare il pavimento, o meglio il primo strato.

Ecco, forse è il caso di spiegare più nel dettaglio come intendiamo fare questi pavimenti di legno..
Bisogna premettere che i nostri “problemi” nascono dal fatto che i travetti di rovere della struttura NON sono per niente dritti: il muro che divideva in due la stanza (e che abbiamo tolto praticamente subito) negli anni ha fatto imbarcare i travetti della fila centrale, che ora hanno una bella pancia rivolta verso il basso (ma “tutto fa rustico”, come dice mio nonno).
A causa di questo, se le assi seguissero semplicemente i travi, il pavimento verrebbe storto e incavato, praticamente inutilizzabile.
Così viene messo a punto questo progetto: si mette un primo strato di perlinato (assi di abete ad incastro, di misura standard) spesso 2,5 cm, che segua i travetti anche dove sono storti. Poi si appoggiano dei listelli lunghi quanto la stanza, di 4×4 cm di spessore. Si fissano a 40 cm di distanza l’uno dall’altro, perpendicolari al verso delle assi del primo strato. Bisogna fare in modo che questi listelli vadano da un estremo all’altro della stanza, e che siano in bolla. Poi bisogna spessorarli con dei pezzettini di legno in tutti i punti in cui non toccano lo strato inferiore del pavimento, in modo da tenerli fermi e in piano. Su quest’anima di listelli bisognerà poi posare un altro strato di legno, che sarà quello definitivo, di spessore 3,5 cm.
In sostanza l’idea è di creare un intercapedine fra due strati di legno, così che il pavimento risulti perfettamente pianeggiante da sopra, mentre da sotto segue i travetti per non lasciare spazi e buchi antiestetici.
Sembra complicato ma in realtà è abbastanza intuitivo, e si capirà meglio dalle foto del pavimento della camera da letto.
Prima che lo chiediate: no, non è stata una nostra idea, ce l’ha consigliato il muratore!
C’è da dire che di primo acchito potrebbe sembrare più semplice sostituire i travetti imbarcati della fila centrale, ma essendo travi di quercia sarebbe davvero una grossa spesa. Inoltre, volendo fare i pavimenti di sole assi, sarebbe comunque una soluzione molto difficile: se si utilizzassero le tavelle, infatti, queste riuscirebbero a seguire la forma dei travi, poi la colata creerebbe un piano perfetto e sopra ci si metterebbe il pavimento (di cotto o di assi). Ma utilizzando soltanto delle assi questo “pianeggiamento” non si riesce a fare, quindi o i travetti sono davvero perfettamente diritti , così da permettere di fare un solo strato (ma è raro trovarne di rovere così squadrati), altrimenti l’unica soluzione ragionevole è il doppio strato.

 

Una volta capito bene il meccanismo, ci mettiamo a fare il primo strato: dalla stanza a fianco si portano le assi, si poggiano sulla struttura e con tanta pazienza si avvitano ad ogni travetto.

Mastri Falegnami – Parte 1 (Salotto)

Non c’è molto da raccontare, visto che si tratta solo di avvitare senza sosta, finchè tutta la stanza non è coperta! Alla fine il pavimento appariva più o meno così (ovviamente dove si è deciso di posizionare la scala abbiamo provveduto a segare le assi del pavimento, in modo da lasciare il buco):

Mastri Falegnami – Parte 1 (Salotto)

Mastri Falegnami – Parte 1 (Salotto)

Direi che l’effetto è niente male, anche se ovviamente è tutt’altro che finito.

Anche dalla stanza di sotto il pavimento fa la sua figura. Il mio unico dubbio riguarda i colori: i travetti di rovere sono molto scuri, e il pavimento d’abete molto chiaro. Il contrasto non mi fa impazzire, lo ammetto. Volendo si potrebbe dare un impregnante alle assi, magari incolore (così che non le scurisca troppo ma almeno attenui un po’ la differenza). Ma c’è anche da dire che più le assi restano chiare più la stanza acquista luminosità, e viste le poche finestre della stanza non sarebbe male..

Voi che ne pensate?

Mastri Falegnami – Parte 1 (Salotto)

 

A questo punto il lavoro successivo sarebbe il secondo strato del pavimento. Ma se ci pensate un attimo, in quanto pavimento “definitivo”, bisogna stare molto attenti che non si rovini. Il primo strato non è importante, tanto non si vedrà mai, quindi possiamo anche fare gli altri lavori senza troppa paura di rovinarlo (anche se comunque un telo per coprirlo lo abbiamo messo). Invece il pavimento finale si può mettere solo quando il grosso dei lavori è ormai finito, o comunque se si è ragionevolmente sicuri che in quella stanza non ci si dovrà più entrare finchè il grosso non sarà stato fatto.

Ma visto che c’é ancora da smontare il sottotetto, da rifare il pavimento anche lì, nonchè da pulire il soffitto e fare il bagno, abbiamo pensato di aspettare un po’, per non rischiare di rovinare il preziosissimo legno.
Quindi a tutt’ora non abbiamo fatto il secondo strato, in attesa di tempi migliori.

In ogni caso, nel frattempo abbiamo fatto i lavori preliminari per il sottotetto della sala (quello che diventerà un dormitorio in rifugio-style): abbiamo iniziato togliendo quella sottospecie di intonaco vomitevole e sabbioso che ricopriva le pareti, per poi pulire tutto dalla polvere e smontare il pavimento e le tavelle che lo sostenevano. Infine abbiamo tolto i travetti, li abbiamo puliti e poi rimontati. Ma visto che tutto questo è sostanzialmente uguale a quello che abbiamo fatto per la stanza di sotto evito di ripeterlo. A maggior ragione perchè non ci sono delle gran foto..

Comunque ora il sottotetto si presenta così:

Mastri Falegnami – Parte 1 (Salotto)

Ah, quasi dimenticavo! Da una felice idea del Giulio abbiamo deciso di non ricostruire il sottotetto proprio com’era prima, ma di fare un soppalco. In pratica, se riuscite a immaginare la stanza divisa in tre parti dai due grossi travi centrali, il progetto è di fare il pavimento solo per due di queste tre parti, lasciando aperto il primo terzo del sottotetto, quello subito dopo l’entrata. In questo modo si guadagna in luminosità e si dà una visuale del tetto e dei suoi travi già dal salotto, che esteticamente crediamo starà molto bene. L’unico dubbio riguarda il riscaldamento, che potrebbe risentire di un “open space” così ampio (ricordiamoci che avremo solo delle stufe e il camino a riscaldarci). Ma se l’isolante che abbiamo messo sui tetti farà il suo lavoro in teoria dovrebbe esserci poca dispersione, quindi siamo fiduciosi.

 

Riprendendo il discorso di prima, riguardo ai diversi strati di pavimenti più o meno definitivi, ci siamo resi conto che la situazione era diversa per la camera da letto. In effetti, con il tetto appena terminato e senza necessità di fare grossi lavori di impiantistica (come invece si dovrà fare per il bagno nell’altra stanza), la camera necessita solo dei pavimenti, e ovviamente degli intonaci (che però bisogna fare quando i pavimenti definitivi sono già posati).
Quindi decidiamo di metterci a lavorare su quella stanza, così da “chiuderla” e non doverci più entrare finchè non sarà il momento di renderla definitivamente abitabile.

[...continua...]

 


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