Matassa Lavoyer

Creato il 10 febbraio 2012 da Patuasia

Riceviamo dal signor Gentelibera e volentieri pubblichiamo.

Pochi giorni fa avevo affermato, certo di non sbagliarmi,  che gli inquirenti delle Fiamme Gialle, incaricati sul caso Lavoyer, erano gente seria e preparata. Oggi gli stessi inquirenti hanno dato prova della loro serietà, rispondendo in chiaro ad alcune domande dei giornalisti in occasione di una conferenza stampa. Risposte che, pur nel rispetto doveroso del segreto istruttorio,  hanno iniziato a disvelare la complessità della matassa composta dagli assegni, firmati da circa cento persone, passati per le mani di Lavoyer, Carradore &C e nei conti della BCC oggi sotto esame degli investigatori. Ciò che hanno detto (e che in parte si può leggere sulla pagina odierna dell’Ansa sul sito della Regione) sembra in effetti poco, ma ‘tradotto’ significa che:

1) presto alla segnalazione inviata alla GdF dalla Procura aostana si aggiungerà quella, più precisa e dettagliata, del Nucleo speciale  di polizia valutaria della sede centrale Bankitalia di Roma, relativa a centinaia  di operazioni ‘sospette’ scoperte dai tecnici (le Fiamme Gialle locali utilizzeranno le informazioni di quel documento, ma non apriranno un nuovo fascicolo, restando valida la delega della magistratura di Aosta).

2) La BCC ha occultato fin che ha potuto informazioni gravi delle quali era perfettamente a conoscenza e in sede di elargizione dei mutui non ha a sua volta tenuto conto degli avvisi inviati dalla centrale rischi della Banca d’Italia e relativi ai conti di Lavoyer, quindi è in assoluta malafede.

3) La massa di carte è tale e tanta che oggi non si può dire quando e come l’inchiesta finirà.

Tutte cose, obietterà qualcuno, già dette da altri e scritte su La Stampa. Vero, ma oggi a dirle è stato un maggiore della Guardia di Finanza, quindi si tratta di una conferma investigativa e non di, per riprendere le parole di alcuni consiglieri regionali, “mere ricostruzioni dei giornali”.


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