Quindi ha vinto Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, insieme alla bulgara Plovdiv. Il risultato l’abbiamo saputo venerdi pomeriggio. La sfida della città lucana con Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena è terminata: era tra le favorite ma fino all’ultimo c’era grande tensione per il verdetto. Proprio venerdi mattina avevamo intervistato Pantaleo de Finis, Consigliere dell’Ordine degli Architetti di Matera, con il quale abbiamo parlato di tante cose, e anche della Città europea della Cultura, sottolineando come gli Architetti siano in prima linea quando si parla di cultura.
A caldo abbiamo aggiornato il nostro file e abbiamo chiesto un commento sulla vittoria all’Architetto de Finis:
“La vittoria di Matera come capitale della cultura Europea 2019 rappresenta non un raggiungimento di un punto di arrivo, ma una tappa fondamentale nel percorso che tutta la città da decenni sta affrontando. Da vergogna nazionale a laboratorio urbanistico e sociologico, a centro di sperimentazione sul recupero, ora a punto di riferimento per la cultura europea. Questa sarà l’ennesima sfida che la città affronterà forte di quell’attenzione e azione culturale diffusa in più parti della società civile. Adesso tocca alla governance locale continuare a condurre questo percorso straordinario, che già negli ultimi anni ha guidato con competenza e creatività, tali da raggiungere questa tappa fondamentale”.
È intervenuto subito anche l’INU, l’Istituto Nazionale di Urbanistica, e ha sottolineato come Matera sia stata protagonista di una decisa “modernizzazione” urbanistica, con il trasferimento degli abitanti dai suoi “impossibili” Rioni Sassi, in moderni Borghi e Quartieri, disegnati dalle energie migliori dell’urbanistica e dell’architettura contemporanee (da Piccinato a Quaroni, da Aymonino a De Carlo, ecc.): un’operazione di rigenerazione sociale, economica e urbanistica attuale e moderna “non completamente realizzata, ma questo fa parte degli incerti della storia politica ed umana” come ha affermato in un comunicato stampa l’INU. Ecco perchè ha vinto Matera.
Una seconda partita della Matera contemporanea si gioca negli anni ’70 del secolo scorso quando, svuotati completamente i Rioni Sassi dei loro abitanti, ed in presenza dei primi crolli per abbandono e degrado, la città, anche questa volta accompagnata dalle elaborazioni più avanzate della cultura urbanistica (la Carta di Gubbio redatta dall’Istituto Nazionale di Urbanistica nel 1960), sceglie con un Concorso Internazionale di rivitalizzare e recuperare all’uso “urbano” completo (residenze, servizi, attività culturali, accoglienza ed ospitalità), l’antico tessuto urbanistico dei Sassi. Iniziativa lodevole perché ha messo da parte la tentazione, allora fortissima, di farne un gigantesco, ma inanimato, museo a cielo aperto.
La comunità materana è tornata quindi ad abitare e investire nei Sassi (diventati nel frattempo Patrimonio UNESCO), mettendo in moto un complesso ed entusiasmante processo di rigenerazione urbana che progressivamente ha investito l’intera città, l’intera regione.
Ecco perché quello di venerdi è un riconoscimento che parte da lontano e che rappresenta un’ulteriore tappa, un ulteriore passaggio dell’avventura di una città del profondo sud, che ha fatto del suo passato la chiave per costruire il suo futuro, mirando ad altri traguardi sempre più collettivi che coinvolgono economia, territorio e comunità.
“Anche l’Inu che con le sue idee, i suoi uomini, ha sempre sostenuto il cammino di riscatto di questa città, plaude per questo motivo al riconoscimento e auspica che esso divenga un forte segnale di cambiamento di verso dell’intero Mezzogiorno d’Italia, giocato sulla valorizzazione, in chiave futura, del suo immenso patrimonio culturale, sociale ed urbanistico. L’Inu farà la sua parte: tra un anno, a ottobre del 2015, organizzerà a Matera la settima edizione della Rassegna Urbanistica Nazionale dopo l’apprezzamento e il successo riscossi dalla precedente edizione, che si è svolta sempre a Matera nel 2010, ma l’Inu farà la sua parte anche attraverso il sostegno culturale e di idee al cammino di Matera verso e oltre il 2019” (dal comunicato stampa).
La storia del riconoscimento
La Città europea della cultura venne lanciata il 13 giugno 1985 dal Consiglio dei ministri su iniziativa di Melina Mercouri. L’iniziativa ha sempre avuto un grande impatto culturale e socio-economico per i numerosi visitatori che ha attratto nelle città scelte. Fino al 1999 la nomina era di Città, dal 2000 è stata trasformata in Capitale europea della Cultura.
La Capitale è finanziata con il Programma cultura, il primo realizzato nel 2000. Il Parlamento europeo, con questo Programma introdusse, una nuova procedura di selezione per le capitali del periodo 2005-2019, per evitare l’eccessiva competizione per vincere il riconoscimento. Ogni membro dell’UE avrà l’opportunità di ospitare a turno la capitale.
I finanziamenti
“C’è una notevole differenza tra gli stanziamenti per le diverse città nel corso degli anni e sono normalmente i centri più popolosi ad ottenere più fondi. Dal 2005 al 2013 il budget medio si è attestato intorno ai 64 milioni di euro (mentre nella media che tiene conto di tutte le edizioni, dall’85 in poi, la media si attesta a 37 milioni). Ci sono casi poi come quello di Istanbul 2010 e di Liverpool 2008 dove i finanziamenti hanno superato i 100 milioni di euro e, sul fronte opposto, città come Cork (2005), Sibiu (2007), Vilnius (2009), Tallinn (2011) con un budget al di sotto dei 20 milioni. Genova nel 2004 ha potuto contare su un budget di circa 35 milioni. Sono generalmente i finanziamenti pubblici a prevalere, da enti nazionali (il 34% in media del totale) o locali (34%), mentre gli interventi dell’Ue incidono solo per il 4% e le sponsorizzazioni per il 15%” (da rainews.it).
“I fondi vengono spesi soprattutto per la programmazione, anche artistica, ma una buona percentuale va via per la macchina organizzativa e in comunicazione e marketing“ (da rainews.it).
“L’incremento medio dei pernottamenti nell’anno di designazione è dell’11% e l’effetto benefico è particolarmente sensibile per le città meno turistiche. La crescita è dimostrata nel breve e medio termine, ma si possono avere effetti anche a lungo termine” (da rainews.it).
“A partire dalla metà degli anni ’90 le capitali della cultura sono state protagoniste di uno sviluppo infrastrutturale, spesso legato al restauro degli edifici esistenti. Solo un quinto delle città, finora, ha avuto un grande programma infrastrutturale legato all’evento” (da rainews.it).
Nell’immagine “Giardino urbano – infrastrutture ipogee”: sistema integrato della mobilità, accesso agli antichi Rioni Sassi Matera 2009.
Qualità Italia, progetti per la qualità dell’architettura – Comune di Matera.
Concorso internazionale di progettazione – progetto vincitore.
Studio di Architettura Osa architettura e paesaggio
Con: Architetti Associati (L. Acito, R. Lamacchia, L. Rota) – capogruppo, Lucia De Vincenti, Giovanni Grande
Consulenti: Francesco d’Ippolito (consulente alla progettazione), Geol. Roberto Tommaselli (consulente per gli aspetti geologici e geotecnici).