Dopo tanti anni mauriziani, posso affermare di avere molte conoscenze. Ecco un altro aspetto emotivo che molti (in FB) erroneamente accomunano all’amicizia.
A Pointe Aux Piments, probabilmente, non c’è persona che, se si parla di…Alberto, risponda: “E chi è?”
Passare per le strade a piedi, in bicicletta o con la “cabrio” è un continuo saluto e io rispondo con maestoso gesto… papale. Vengo da Roma o no?
Ci sono conoscenze superficiali, le chiamo “di riflesso”, oppure più approfondite, dirette. In questo Paese sono entrato nelle case hindi, musulmane, cristiane o buddiste. Molto spesso sono stato invitato alle loro cene e, sempre, mi sono state offerte delle posate, senza che abbia mai toccato il cibo con le mani, come fanno loro, sopratutto gli Hindi.
Mi hanno invitato alle loro preghiere e alla fine, il Pandit, m’ha spesso invitato ad esprimere delle mie suggestioni. Ho sempre accettato con piacere e risposto agli inviti. Mai ho concretizzato queste esperienze religiose in una fede.
Quando sono stato invitato a partecipare ad un matrimonio Hindi, ho offeso una famiglia, perché la mia presenza l’ho limitata solo a qualche ora del sabato. Gli Induisti (ma il concetto e da estendere a tutti i Mauriziani) concepiscono la festa di “mariage” come una kermesse che inizia il venerdì e finisce il lunedì. In realtà gli sposi sono tali già al sabato, ma la festa c’è prima, durante e dopo. Colori e odori non mancano, perché si è circondati da fiori, incensi ed abiti. Quelli delle donne sono di grande eleganza. Il principio è di “farsi vedere” quindi tutti indossano il meglio per mostrarsi come migliori. Ovviamente, quando è troppo… Le donne indossano anelli anche sulle dita dei piedi e gli uomini mettono ben evidenti sopra la camicia e la giacca, strozzata al primo bottone in basso, catene d’oro e ciondoli che, al confronto, la Madonna di Loreto appare una stracciona.
Indubbiamente gli uomini sono “buzziconi” e fuori misura. Le camicie con colori impossibili e, su queste, delle cravatte viola che farebbero inorridire anche il più cafone dei nostri contadini. I pantaloni sono sempre con cintura-serratura subombelicale, che rende ancora più ridicola l’obesità, quasi totale, dei Mauriziani. Solo raramente si salvano alcuni under 10, altrimenti, anche i bambini sono gia cicciotti.
Infine le scarpe. Per loro sono “chic” quelle da “montanaro” e quindi, anche durante la stagione estiva, per i matrimoni, sfoggiano, sotto i loro vestitoni neri, scarponi da…montagna.
La musica…devo dirlo ancora una volta? Sì! E’ assordante. Noleggiano impianti da discoteca unitamente a tensostrutture e teloni che creano l’ambiente del “mariage”. A volte, se la famiglia è di “potere”, queste strutture sono collocate, quasi a esibizione della loro importanza, in mezzo alla strada di fronte all’ingresso della casa della sposa. Questo particolare non viene segnalato in alcun modo. Quindi, se si passa in auto, là dove c’è un matrimonio (di potere), talora si è costretti a fare una complicatissima retromarcia.
Quando finisce la “quattro giorni”, sono tutti talmente rincoglioniti che, i giovani non vanno a scuola per due giorni e i meno giovani se ne prendono uno di riposo.
Il tutto mi era stato descritto in maniera minuziosa, ma si sono offesi perché ho deciso di sottopormi a queste sevizie solo… per alcune ore, unicamente il giorno che gli sposi diventavano tali. Che sia di vostro ammonimento se vi dovesse capitare la “chance” di ricevere un invito ad un “mariage hindi”.
Alberto Nacci
Illustrazioni tratte da Google Immagini