.
Una delle conseguenze della mutazione postmoderna è la creazione di nuovi simulacri. Nel suo Éloge de la simulation Philip Queau afferma che il progresso della tecnica passa attraverso la progressiva derealizzazione dell’uomo e l’incessante simulazione del reale. La simulazione non è affatto il simulacro della realtà, poiché è essa stessa a crearla
(pag. 235)
.
La parola simulazione contiene una radice illuminante, simul- che significa “allo stesso posto di”, e “nello stesso momento in cui”!
Simulazione e simultaneità. Quali migliori attributi di questi per definire la dimensione simul-ativa del nostro tempo?
“Allo stesso posto di” sta a dire la sostituzione di qualcosa con qualcos’altro (il simulacro, il virtuale, il clone …), “nello stesso momento in cui” sta a significare informazione e tv in presa diretta, real time! Ma è forse possibile che una “cosa”, un “fenomeno”, un “individuo” possano essere sostituiti? A prima vista, dovremmo dire che ciò è assolutamente impossibile. Una cosa è una cosa (vedi originale)! Ma come la mettiamo allora con la “riproduzione tecnica” ed oggi con la “riproduzione artificiale”, detta clonazione?
Per quanto attiene alla specificità del nostro corso, la “comunicazione visiva” come e quanto muta se siamo davanti ad un “originale” piuttosto che ad un “simulacro”, ad una “copia”, ad una qualsiasi sostituzione simulativa?
L’immagine computerizzata non rappresenta più nulla, modellizza. Realizza sempre e solo “modelli”, o, per meglio dire, simulazioni di ciò che noi chiamiamo la realtà, la natura, l’oggetto: ma le immagini aventi questi contenuti sono strutturalmente identiche
Tutto ciò che vediamo, non è altro che un’illusione visiva. La visione è effetto di una visualizzazione.
L’immagine simulativa, o di sintesi, acquista un ruolo sempre più determinante non solo nel mondo scientifico e tecnologico ma anche dentro l’evoluzione generale dei sistemi di pensiero.
In Simulacri e impostura, (1977-78), Baudrillard sviluppa la tesi, che diverrà giustamente molto nota e condivisa, della cosiddetta “precessione dei simulacri“. I simulacri precedono la realtà. Il reale è prodotto da matrici e memorie
: questo la straordinaria intuizione. Questo tipo di reale non ha neppure più bisogno di essere razionale, poiché è soltanto “operazionale”. Questo reale non è, in effetti, più reale, in quanto nessun immaginario lo circonda più: è un iperreale, prodotto di sintesi che s’irraggia da modelli combinatori in un iperspazio senza atmosfera.
.
In queste analisi di Baudrillard, il quale descrive con grande lucidità il fenomeno più appariscente della simulazione postmoderna , tutto il nostro presente è già delineato.
La simulazione si avvale di simulacri non per ripetere il reale, ma per configurarne uno nuovo, nel quale noi mutanti, resi noi stessi simulativi, ci si possa trovare a nostro agio.
.
la semiurgia ( proliferazione di segni e simulacri) – modi culturali di rappresentazione che ‘simulano’ la realtà come nella televisione, nel ciberspazio dei computer e nella realtà virtuale -> le persone vivono in una ‘iperrealtà’ di simulazioni in cui le immagini e l’attività dei segni sostituiscono all’autenticità della Vita
-> il potere attrattivo di immagini simulate, che distruggono e annullano la realtà -> Le masse, in una prospettiva apocalittica e catastrofica, sono destinate ineluttabilmente ad implodere, a causa della simulazione diffusa che annienta la genuinità e l’autenticità delle relazioni interpersonali.
Nella società della simulazione, le identità sono costruite tramite l’appropriazione di immagini e codici e i modelli determinano come gli individui si percepiscono e si relazionano ad altre persone
Nella società della simulazione di Baudrillard, i campi dell’economia, della politica, della cultura, della sessualità e del sociale implodono tutti quanti l’uno dentro l’altro. In questa miscela implosiva, l’economia è plasmata dalla cultura, dalla politica e da altre sfere; invece l’arte, un tempo una sfera di potenziale differenza e opposizione, è assorbita nell’ambito economico e politico, mentre la sessualità è ovunque
Questo universo postmoderno è un universo di iperrealtà in cui l’intrattenimento, l’informazione e le tecnologie comunicative forniscono esperienze più intense e coinvolgenti delle scene banali della vita di tutti i giorni, così come forniscono dei codici e dei modelli che strutturano la vita quotidiana
… Il reame dell’iperreale (p. es. le simulazioni mediatiche della realtà, Disneyland e i parchi dei divertimenti, i centri commerciali e altre escursioni in mondi ideali) è più reale del reale e attraverso di esso i modelli, le immagini e i codici dell’iperreale controllano il pensiero e il comportamento.
Eppure, la determinazione stessa è aleatoria in un mondo non lineare dove è impossibile pianificare meccanismi casuali in una situazione in cui gli individui sono confrontati con un flusso incontenibile di immagini, codici e modelli, ognuno dei quali può influenzare il pensiero o il comportamento.
La situazione attuale può dar adito, come ipotizza René Berger nel suo Il nuovo Golem. Televisione e media tra simulacri e simulazione, al sospetto che “dopo millenni fondati sulla tradizione, l’innovazione sia divenuta per la prima volta non l’eccezione ma la regola”, e che essa sia talmente accelerata, talmente universalmente diffusa da autoalimentarsi al di là di ogni possibile controllo, producendo simulacri sempre più potenti e sempre meno governabili.
Il rischio, ma anche il fascino, dell’enorme accelerazione evolutiva delle macchine di calcolo (perché, alla fine, tutto si riduce ad una questione di velocità…) è quello di superare di colpo, senza soluzioni di continuità, e senza possibilità di ritorno, il border line della realtà stessa, entrando nel cuore (pardon, nel buco nero, nel grande attrattore) della matrice
.
Fonte:
http://www.filosofico.net/baudrillard.htm
http://www.selfproject.it/comunicarti/transitional/link/simulacro.html